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In questi giorni di Pre Opening della Biennale di Venezia la nostra rubrica Mercato diventa Venice to buy, una serie di consigli sugli artisti da vedere a Venezia e da collezionare.
Martine Gutierrez è un’artista transgender di origine guatemalteca, nata a Berkeley, in California, nel 1989, cresciuta nel Vermont, e ora di base a New York. Al centro del suo lavoro, oltre ad una grande attenzione alle tematiche del genere e dell’indigeneità, c’è una forte critica all’iconografia bianca, occidentale, ancora troppo prevalente.
Chiacchieratissimo il suo lavoro Indigenous Woman esposto lo scorso autunno da Ryan Lee Gallery di New York: una pubblicazione di 146 pagine mascherata da rivista di moda in cui l’artista ricopre diversi ruoli, da modella, art director e fotografa a designer di abiti, stylist e grafica. Una serie di omaggi editoriali sono evidenti sfogliando le pagine, da Irving Penn ad Arcimboldo, ma anche a Helmut Newton e Frida Khalo. “Sono stata spinta a chiedermi: come si forma, si esprime, si apprezza e si soppesa l’identità come donna, come donna transessuale, donna latina, donna di origine indigena e come artista? È quasi impossibile arrivare a qualsiasi risposta definita, ma per me questo processo di esplorazione è squisitamente vivificante” Queste le parole che si leggono nell’editoriale della rivista che risponde ad un’estetica creata in totale autonomia e che è lo specchio dell’esistenza politica dell’artista; ma che piace anche molto al mercato. Gutierrez infatti è stata una delle protagoniste dell’ultima edizione di Frieze New York, chiusa da poche ore.