Continua il nostro focus sulla sezione “ New Entries” di Artissima con Issues: galleria di base a Stoccolma, nata nel 2014 dalla mente del curatore Oscar Carlson. Dopo qualche anno di progetti site specific in città, Issues è diventata una galleria commerciale con un approccio più curatoriale, che rimane molto vicino a quello di spazi indipendenti e di ricerca.
Abbiamo fatto qualche domanda al direttore Oscar Carlson.
Artissima: in quale momento della vostra storia arriva? Quale percorso vi ha portato qui?
«Arriva ad un punto in cui Issues sta accelerando il suo gioco attraverso le fiere, dopo aver fidelizzato un buon gruppo di collezionisti a livello locale. Nella spinta verso l’Europa e nel tentativo di incontrare nuovi collezionisti, Artissima sembrava il percorso da seguire, dato che Issues, dopotutto, ha ancora un approccio sperimentale e curatoriale nelle mostre in galleria».
Quale progetto presenti in fiera?
«Il punto di partenza di Thomas Hämén è la storia naturale o la scienza, a cui aggiunge una grande quantità di umorismo e poesia, che è fondamentale per me. Le opere di Artissima per esempio, nel nido di uccelli dal sapore umami installato a quasi quattro metri di altezza, riflettono questo approccio».
I dati più recenti sul mercato internazionale dell’arte indicano una riduzione del volume delle vendite, mentre l’indice generale dei prezzi è aumentato. Il mercato si restringe, la domanda cresce. Qual è la tua impressione al riguardo?
«Per me va bene! Credo nel mondo dell’arte come un mercato molto specializzato e che si regola da solo».
Come descriveresti la situazione del mercato a Stoccolma e in Svezia, con che tipo di collezionisti ti occupi? Come pensi che potrebbe cambiare dopo Artissima?
«Stoccolma e la Svezia hanno generalmente un mercato stabile, non è così sensibile alle fluttuazioni dell’economia come, per esempio, Londra. Lavoro con collezionisti giovani e nuovi che guido attraverso la scena artistica e traggo il meglio dal loro budget e dalle loro aspettative, ma anche collezionisti che raccolgono professionalmente da decenni e hanno visto moltissime opere d’arte, anche più di me. A loro invece porto ciò che è nuovo e offro un orecchio che conosce ciò di cui parlano gli artisti».
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