Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ottobre 2020: l’Everson Museum di Syracuse affida un Jackson Pollock a Christie’s, per ricavare fondi e acquisire nuove opere. L’obiettivo? Diversificare la sua collezione. Stesso annus horribilis, settembre: il Brooklyn Museum annuncia la vendita di 12 dipinti (tra cui un Cranach e un Courbet), stavolta per sopperire agli effetti della recentissima pandemia. Casi a cascata, polemiche, persino dimissioni. Ma non retrocede il Baltimore Museum, che proprio in quei mesi infuocati comunica la vendita di tre masterpiece tramite Sotheby’s, per un incasso lampo da $ 65 milioni. È il deaccessioning, bellezza! È la vendita delle collezioni museali che fa discutere l’America – e non solo (potete recuperare la nostra inchiesta qui). Ebbene, qualcosa di simile sta accadendo ancora una volta, sempre in America, sempre a discapito – o a favore? – di opere museali. Il MoMA di New York mette all’incanto alcuni lavori della collezione William Paley, il fondatore della CBS, per finanziare la propria espansione digitale. La stima? Una cifra intorno ai $ 70 milioni.
29 opere su un totale di 81, ecco i primi dettagli sui tesori all’asta. Sono custoditi al MoMa dalla morte di Paley, nel lontano 1990, e andranno in vendita in autunno, in aste scandagliate, tutte battute da Sotheby’s. «Quella di William S. Paley è tra le più grandi collezioni storiche americane», dichiara in una nota David Galperin, responsabile dell’arte contemporanea della maison di Patrick Drahi. «Nel suo collezionismo e nei suoi contributi al MoMA», prosegue, «Paley ha contribuito a ridefinire il volto dell’arte moderna». A partire dalla Chitarra su tavolo (1919) di Pablo Picasso, un tempo appesa su un caminetto nella stanza da letto di Paley e stimata almeno $ 20 milioni. O ancora i Three Studies for Portrait of Henrietta Moraes ad opera di Francis Bacon (la valutazione qui arriverebbe fino a £ 30 milioni), mentre le fragole sparpagliate di Pierre-Auguste Renoir, dipinte intorno al 1905, andranno all’incanto con una stima di $ 3-4 milioni. Nessun allontanamento all’orizzonte per Boy Leading a Horse (1905-06) di Pablo Picasso e L’Estaque di Cézanne, resteranno in bella vista nelle sale del museo.
L’entusiasmo è nell’aria, da Sotheby’s. E forse anche le polemiche degli oppositori. Appuntamento a partire da ottobre.