Da Christie’s, lo scorso maggio, 9 CryptoPunks di Larva Labs sono stati venduti per quasi $17 milioni al Rockefeller Center di New York; da Sotheby’s, a giugno, CryptoPunk #7523 ha confermato l’entusiasmo con un’aggiudicazione da $11,8 milioni; di recente, la maison di Pinault ha annunciato alcuni CryptoPunks «eccezionalmente rari» nella prima asta di arte NFT in Asia, prevista online a settembre. Non deve essere sfuggito questo rush di passaggi a Visa, la joint venture di 21.000 istituzioni finanziarie che ha aperto agli NFT puntando proprio su uno di quei ritratti pixelati, riconoscibilissimi, resi tutti diversi dalla caratterizzazione di un algoritmo. Il prezzo della sua lungimiranza? 49,5 Ethereum, una cifra intorno ai 150mila dollari.
Lo sfondo monocromo, una cresta alla mohawk appena accennata, l’ombretto verde in contrasto con le labbra rosso fuoco. CryptoPunk #7610, è questo il nome del tipo-umano scelto dal colosso americano per inaugurare la sua collezione di arte crittografica. In un’intervista pubblicata sul blog di Visa (qui), Cuy Sheffield – capo del settore crypto – ha spiegato che «gli NFT giocheranno un ruolo importante nel futuro della vendita al dettaglio, dei social media, dell’intrattenimento e del commercio» e che «per aiutare i nostri clienti e partner ad avvicinarsi [a questo mondo], abbiamo bisogno della comprensione diretta dei requisiti necessari per un marchio globale per acquistare, archiviare e sfruttare un NFT».
Un acquisto che serve a dare l’esempio, in altre parole. E Visa sembra aver colpito nel segno, secondo CoinDesk e i dati di CryptoSlam: a un’ora dalla vendita di CryptoPunk #7610, il 19 agosto, altri 90 esemplari della serie hanno trovato casa presso i collezionisti di tutto il mondo per un totale di $20 milioni, mentre lunedì 23 agosto ben 293 CryptoPunk sono passati di mano per quasi $77 milioni (contro i 39 venduti per $8,4 milioni il giorno precedente). «Volevamo segnalare il nostro sostegno ai creatori, ai collezionisti e agli artisti che guidano il futuro del commercio NFT», prosegue Sheffield nell’intervista. «Gli NFT hanno il potenziale per diventare un potente acceleratore per la creator economy» e «stanno inaugurando una nuova forma di commercio sociale che dà potere sia ai creatori che ai collezionisti».
Momento d’oro, insomma, per i crypto artists Matt Hall e John Watkinso, gli ideatori dei 10.000 CryptoPunks che vivono nel metaverso della blockchain. Ma non solo, perché tra i loro progetti ritroviamo anche i Meebits (20.000 personaggi unici generati in 3D con un trading marketplace senza spese), gli Autoglyphs (meccanismi completamente autonomi per la creazione e la proprietà di opere d’arte) e ancora Boo! (un esperimento Android sviluppato con Google, che prevede rilevamento del volto e animazioni procedurali). «La curiosità, una mente aperta e la sperimentazione attiva sono l’approccio migliore quando entrano in scena nuove tecnologie», è la battuta finale di Cuy Sheffield. «È eccitante lavorare in questo campo in questo preciso istante».
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