Ă iniziato The Armory Show 2024 sotto il cielo affollato di New York (preview 5 settembre, apertura al pubblico 6-8 settembre). E porta con sĂ© 235 gallerie da 30 Paesi, una bella sfilza di temi da approfondire, la recente acquisizione da parte di Frieze (ve ne parliamo in questo articolo, nel giorno esatto della preview). Ma Ăš in bella compagnia la maxi fiera del Javits Center. Coincide in primo luogo con i grandi opening nelle gallerie, pronte ad accogliere i collezionisti che si avventurano ben oltre i confini dei booth: come la personale di Hilary Pecis alla David Kordansky, il titolo Ăš Warm Rhythm (4 settembre-12 ottobre); o la mostra Between dogs and wolves di Alexandre Lenoir da Almine Rech (6 settembre-19 ottobre); Mendes Wood DM presenta Grains of water, drops of earth di Josi e What happens at the seaside at dawn? di LaĂs Amaral (6 settembre-5 ottobre); mentre White Cube punta su Ibrahim Mahama, le sue opere sono esposte dal 5 settembre al 26 ottobre nel corso di A spell of good things. Non solo. Ricco anche lâelenco di fiere particolarmente eterogenee â per temi, per obiettivi â da tenere nei radar: si tratta di Collectible New York, Independent 20th Century, Clio Art Fair, Volta Art Fair e Art on Paper. E sono tutte in concomitanza con lâArmory Show.
Collectible la conosciamo dal 2018 nella sua versione originale, a Bruxelles. Si presenta come «lâunica fiera dedicata esclusivamente al design contemporaneo da collezione» e nel 2024 sbarca a New York al Water Street Associates Building, proprio nel pieno della caldissima art week. Otto le sezioni, mettono in risalto gallerie, studi di design, designer indipendenti e istituzioni da tutto il mondo â sia espositori giĂ veterani di Collectible, come la St. Vincents e la Max Radford Gallery, sia realtĂ nuove con sede negli States, a partire da Room 57 Gallery, Emma Scully Gallery, Nick Poe e Kouros Maghsoudi. «Dopo sette edizioni di successo a Bruxelles», rivelano ClĂ©lie Debehault e Liv Vaisberg, Co-founders di Collectible, «siamo entusiasti di impegnarci nello scambio culturale in questo prossimo capitolo, di sostenere le scoperte attraverso il design contemporaneo». Ăa va sans dire, le date sono le stesse dellâArmory Show.
Independent 20th Century ha debuttato nel 2022 per sostenere il lavoro di artisti e movimenti in qualche modo sottovalutati â o comunque non adeguatamente enfatizzati â li mette in mostra al Battery Maritime Building di New York. Lâobiettivo? «Mettere in luce narrazioni meno note e rendere evidente un lato della pratica degli artisti che persino collezionisti e musei ben informati ritengono degno di ulteriore attenzione curatoriale e di mercato». Ed ecco dunque la terza edizione, che include 32 espositori (solo su invito) come Salon 94, Luxembourg+Co, Nahmad Contemporary, Richard Saltoun Gallery e Almine Rech. Ma anche lâitaliana P420 (Bologna), che presenta un solo booth dedicato al lavoro di Filippo de Pisis â proprio in concomitanza con la sua apparizione alla Biennale di Pedrosa. Tutto un riverbero, come da migliore tradizione.
Torna fino allâ8 settembre anche Clio Art Fair. Dove? Nel cuore di New York, al 456 W Broadway, quartiere Soho. Lâintento Ăš chiaro: «Rivolgendosi dal 2014 ad artisti senza rappresentanza esclusiva in una galleria di New York, la fiera concentra la sua attenzione sullâarte contemporanea e sugli interventi creati da artisti indipendenti in tutto il mondo». Vedi alla voce: Diego Santanelli, Luis Accorsi, Young Chang, Sonia Braun, Von Deon, per un totale di circa 180 opere di 30 nomi slegati dalle gallerie. Nessuna interferenza, nessuna mediazione. «A ogni artista», spiegano ancora dalla fiera, «viene dato il proprio spazio, e con questo la possibilitĂ di interagire direttamente, senza filtri, con i collezionisti e gli amanti dellâarte». Con tanti saluti alle logiche del mercato tradizionale.
Per la prima volta sotto la guida di Lee Cavaliere, Volta Art Fair torna a New York fino allâ8 settembre. Vuole «scoprire âWhatâs Next?â nellâarte contemporanea e nel collezionismo», lo rivela da subito nella sua mission iniziale; i mezzi sono i focus curatoriali che nel 2024 parlano di collaborazione, di comunitĂ , di dialogo culturale. Un esempio per tutti: il padiglione ucraino (in associazione con Razom) che punta i riflettori sulle gallerie nella zona di conflitto, o nella diaspora ucraina. E poi ancora una â variegata â serie di nomi internazionali, da STOA Gallery (Spagna) a Christian Marx Galerie (Germania), da Spence Gallery (Canada) a uJung Art Center (Corea). Appuntamento al Chelsea Industrial, con 50 espositori da 18 Paesi.
Chiude in bellezza Art on Paper, la fiera dedicata alla carta giunge alla decima edizione. Dove? Al Pier 36 di Manhattan, una sede estremamente spaziosa, forse piĂč simile a un museo; vale a dire lâambiente perfetto per interagire con unâampia gamma di espressioni artistiche e altrettanti collezionisti, dai giovani neofiti agli esperti veterani. Nei booth câĂš tutto: dalle stampe ai disegni, fino alle sculture di carta, per un totale di 100 spazi internazionali. «Ogni anno», dicono dalla fiera, «celebriamo lâamato medium della carta, sottolineandone sia la versatilitĂ sia il fascino duraturo». CâĂš tempo fino allâ8 settembre per accaparrarsi un pezzo in esposizione. Ovviamente in versione on paper.
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