Ve lo avevamo già annunciato pochi giorni fa: il dipinto a olio su tavola di Giorgio Vasari in vendita da Pandolfini, pressoché identico a quello conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, prometteva colpi di scena. Detto, fatto: il 3 novembre scorso, a Firenze, Le tentazioni di San Girolamo è stato aggiudicato da un collezionista privato per 800.000 euro, tagliando il traguardo mondiale per un’opera di Vasari in asta. L’ultimo record dell’artista risaliva al lontano 2000, quando un’opera del critico cinquecentesco fu venduta da Christie’s, a NYC, per 574.231 euro.
«La tavola che presentiamo si lega appunto», spiegava prima dell’incanto Ludovica Trezzani, Responsabile Dipartimento Dipinti antichi di Pandolfini, «almeno nella sua ideazione, a una commissione medicea, quella di Ottaviano de’ Medici che nel 1541 ordinò al pittore aretino un tema che celebrasse il potere dello spirito e della preghiera sulle lusinghe dei sensi e dei piaceri terreni, a cui alludevano invece la Venere e la Leda che Vasari aveva dipinto per lui su cartoni di Michelangelo. Il successo di questa invenzione colta e sofisticata e insieme riflesso di un nuovo clima religioso all’apertura del Concilio di Trento, fece sì che il dipinto per Ottaviano, oggi a palazzo Pitti, fosse replicato pochi anni dopo per altri due importanti collezionisti, Tommaso Cambi, mercante fiorentino amico e committente di Vasari, e il vescovo di Pavia, Rosso di San Secondo. La tavola che oggi siamo orgogliosi di presentare è appunto una di queste».
Grande soddisfazione anche per il Busto di Claudio nella Manifattura Carlo Ginori, realizzato tra il 1754 e il 1760 circa e ritornato alla luce dopo un lungo oblio. È l’A.D. Pietro De Bernardi a spiegarne l’assenza all’incanto: il Ministero dei Beni Artistici e Culturali, annuncia con orgoglio, ha richiesto di poterlo acquistare. E così, d’accordo col proprietario del busto, Pandolfini ha ritirato il lotto, che andrà ad arricchire la collezione del Museo della Manifattura Ginori di Doccia (ora in fase di ristrutturazione sotto la guida di Tommaso Montanari).
Ma non è tutto. La giornata del 3 novembre ha regalato sorprese anche per le Opere di eccezionale interesse storico-artistico: un’asta unica nel suo genere, che è riuscita a tramutare il tanto temuto “vincolo di notifica” in una conferma del valore delle opere. Tra i successi dell’incanto, la quattrocentesca Madonna che regge il Bambino sul davanzale del Vivarini, quella che il Pallucchini definiva il “capolavoro di Alvise”, che ha trovato un acquirente per 225.000 euro (quasi il doppio della stima).
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