Parigi, 19-22 ottobre 2023. Preparatevi a un ritorno in grande stile: Paris+, la figlia minore del colosso Art Basel, annuncia per la sua seconda edizione una crescita vertiginosa, con una sfilza di sedi altisonanti sparpagliate per la città – ben oltre i confini statici del Grand Palais Éphémère (di cui vi parlavamo qui). La prima venue “fuori fiera”, immancabile: il Jardin des Tuileries – Domaine National du Louvre, con la mostra collettiva La cinquième saison, a cura di Annabelle Ténèze (attuale direttrice di Les Abattoirs, Musée – Frac Occitanie Toulouse e prossima direttrice del Musée du Louvre-Lens). Poi il Palais d’Iéna, che ospiterà una doppia mostra di Daniel Buren e Michelangelo Pistoletto, curata dallo storico dell’arte Matthieu Poirier e sostenuta da Galleria Continua. Terza sede d’eccezione: il parvis de l’Institut de France ospiterà una scultura tessile monumentale di Sheila Hicks, presentata dalla galerie frank elbaz in collaborazione con Meyer Riegger e Francesca Minini. Non solo. Una scultura di Urs Fischer alta cinque metri sarà posizionata in Place Vendôme, presentata dall’altrettanto gigante Gagosian. «Le candidature per presentare opere d’arte nell’ambito del programma pubblico erano aperte a tutte le gallerie», specificano gli organizzatori, «indipendentemente dalla loro partecipazione a Paris+ par Art Basel». Da non perdere, infine, il programma di conversazioni della mostra si svolgerà al Centre Pompidou, curato per il secondo anno da Pierre-Alexandre Mateos e Charles Teyssou. «Sono lieto che grazie a nuove sedi siamo riusciti a rafforzare in modo significativo il programma pubblico della prossima edizione», rivela alla stampa Clément Delépine, Director of Paris+ par Art Basel. «Le fruttuose collaborazioni istituzionali che abbiamo messo in atto e l’ambiziosa proposta che ne è scaturita sono le caratteristiche distintive della nostra manifestazione nella capitale francese». Ecco le primissime anticipazioni.
Organizzata in collaborazione con il Musée du Louvre e curata per il secondo anno da Annabelle Ténèze, attuale direttrice di Les Abattoirs, Musée – Frac Occitanie Toulouse e prossima direttrice del Museo Louvre-Lens, una mostra di opere d’arte pubblica troverà casa nel Giardino delle Tuileries, nel centro di Parigi. Il titolo? La cinquième saison (La quinta stagione). Gli artisti: diversi nomi internazionali, tra cui Joël Andrianomearisoa, Meriem Bennani, Jacqueline de Jong, Vojtech Kovarik, Zanele Muholi, Jean Prouvé & Pierre Jeanneret e Claudia Wieser – in molti parteciperanno con opere site-specific. L’obiettivo: esplorare il giardino come luogo di coesistenza tra acqua, piante, minerali e vita animale. Con l’interferenza dell’uomo, ovviamente. «Sono felice di proporre una mostra che riunisce artisti che considerano le loro opere “oggetti vivi”, oggetti toccati dalla vita», spiega la curatrice Annabelle Ténèze. «Si occupano non solo dei segni che lasciamo sulla natura, ma anche di quelli che la natura lascia su di noi».
Prosegue il viaggio da una sponda all’altra della Senna. Una scultura monumentale dell’artista americana Sheila Hicks sarà presentata sul parvis de l’Institut de France, di fronte al Pont des Arts e all’Institut de France. L’opera si intitola The Questioning Column (2023) ed è una colonna alta sei metri ricoperta da fili di tessuto sostenibile e impermeabile, coloratissima, in dialogo con i colori tenui degli edifici circostanti. A sostenere il progetto la galerie frank elbaz di Parigi, in collaborazione con Meyer Riegger (Berlino, Karlsruhe) e l’italiana Francesca Minini (Brescia).
Dialogo e incontro tra titani. Negli spazi museali del Palais d’Iéna, un’esposizione sostenuta da Galleria Continua e guidata dallo storico dell’arte Matthieu Poirier ha come protagonisti (superstar) Michelangelo Pistoletto e Daniel Buren. «Riunirà elementi concepiti e realizzati in risposta alle specificità del Palais d’Iéna, costruito da Auguste Perret nel 1937», tra le primissime anticipazioni. «Mi piace l’idea che la solennità dell’architettura possa essere scossa dagli interventi combinati di Pistoletto e Buren, che le opere invitino i visitatori a sperimentare insieme, a vedersi e persino a dialogare», afferma Matthieu Poirier.
Ancora una location storica, ancora un dialogo con l’arte contemporanea. A partire dall’appuntamento di Art Basel, la cappella seicentesca delle Beaux-Arts de Paris ospiterà una mostra dell’artista britannica Jessica Warboys dal titolo THIS TAIL GROWS AMONG RUINS. «Esplorerà la sovrapposizione tra cultura antropica e natura», spiegano gli organizzatori, anticipando che il progetto – presentato da Gaudel de Stampa (Parigi) – combinerà un’installazione video e sonora multicanale con un grande collage di dipinti.
Spazio ai giganti. Un’opera dell’artista svizzero Urs Fischer sarà esposta in Place Vendôme, presentato da Gagosian (New York, Basilea, Londra, Los Angeles, Ginevra, Hong Kong, Parigi, Roma, Basilea, Gstaad, Atene). Intitolata Wave (2018), si tratta di una scultura alta cinque metri e basata su un cumulo di argilla che porta i segni delle mani di Fischer – e poi ingrandito, così come i dettagli tattili lasciati sul materiale. L’opera, che ricorda un’onda soffocante e scintillante, riflette l’interesse dell’artista per la materialità, la scala e l’ambiguità.
Ultima tappa fuori dalla fiera. Il programma di Conversations di quest’anno sarà realizzato in collaborazione con il Centre Pompidou e si svolgerà nel suo edificio progettato da Renzo Piano e Richard Rogers – proprio nel cuore del Marais. Il programma? Ben nove conferenze che indagano il discorso culturale contemporaneo, tra figure d’avanguardia come Chantal Akerman e Antonin Artaud, approfondimenti sull’intersezione tra il collezionismo d’arte e la moda, e poi ancora connessioni orginali e tematiche sempre attuali.
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