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Paris+, fine dei giochi. La seconda edizione del colosso di Art Basel, nella nuova veste parisienne, giunge al capolinea dopo una settimana affollatissima tra i booth del Grand Palais Éphémère (qui il nostro report) – e ben oltre i confini della fiera, con il suo programma pubblico tra Jardin des Tuileries e Place Vendôme (qui). È la resa dei conti. Erano 154 le gallerie della nuova tornata nella Ville Lumière, tra cui 61 spazi espositivi con sede in Francia e 15 new entries assolute. Buone le vendite, nonostante i timori della guerra, con nomi come Hauser & Wirth che dichiaravano il sold out nelle prime ore d’apertura. L’affluenza complessiva? 38.000 visitatori (contro i 40.000 dichiarati nel 2022).
Parola ai protagonisti: «Le prime ore della fiera sembravano ancora più affollate quest’anno», rivela Serena Cattaneo Adorno, Senior Director di Gagosian, «e abbiamo venduto un certo numero di lavori nei primi minuti dall’apertura delle porte, con opere destinate a collezioni private e pubbliche». Buoni risultati anche per gli spazi francesi: «Mai prima d’ora una fiera a Parigi aveva riunito un pubblico di così alta qualità e collezionisti provenienti da regioni così lontane e diverse: Indonesia, Corea, California… e anche più americani in generale», è il commento di Niklas Svennung, Director, Chantal Crousel. «Parigi ha molte sfaccettature da offrire e abbiamo avuto quasi 1200 visitatori in galleria in cinque giorni, perché i collezionisti cercano sorprese e novità nel mercato primario. Nonostante le incertezze geopolitiche, questa fiera è il nuovo luogo dove andare per trovare riferimenti artistici affidabili e, speriamo, dove aprire conversazioni ottimistiche sul mondo».
L’opera più costosa della fiera? Un Rothko dei colori del tramonto esposto da Pace Gallery, perfettamente allineato con la mostra in scena alla Fondazione Louis Vuitton. Asking price: $ 40 milioni. E a proposito di rimandi con il mondo là fuori, con le esposizioni grandiose sorte come funghi in giro per la città, in concomitanza con Paris+: un dipinto di Dana Schutz, che è protagonista al Musée d’Art Moderne, era presente nello stand di David Zwirner ed è schizzato a quota $ 850.000. Così Lee Lozano, di casa in questi giorni alla Bourse de Commerce, ha trovato uno spazio temporaneo nel booth di David Zwirner. Prezzo richiesto: $ 450.000.
Tra i numerosi rappresentanti italiani, anche la milanese Galleria Raffaella Cortese: «È stata un’inaugurazione estremamente vivace», commenta, «con la presenza di istituzioni molto importanti. C’è una qualità molto alta a Paris+ par Art Basel e una concorrenza positiva che ci spinge sempre a fare del nostro meglio. Nel primo giorno di fiera c’erano molti collezionisti internazionali interessanti. Abbiamo incontrato collezionisti stranieri che ci hanno seguito da Art Basel a Basilea, quindi c’è un feedback positivo da una fiera all’altra».
Presentissimi, per finire, anche i giganti blue chip in questo secondo round parigino, molti di ritorno dall’altra parte della Manica, dagli stand di Frieze in Regent’s Park. Inclusa Hauser & Wirth, che ha inaugurato in contemporanea un nuovo avamposto nella capitale francese: «Abbiamo celebrato Parigi come luogo che ha accolto, ispirato e nutrito generazioni di artisti viventi, ma anche come capitale dell’intendimento e del collezionismo ai livelli più astuti, sofisticati e ambiziosi». Poi, a proposito delle vendite: «Il nostro primo giorno in fiera è stato straordinario, con uno stand tutto esaurito e vendite importanti alle più importanti collezioni private e istituzionali di Parigi e della Francia, oltre che a livello internazionale». Tra i pezzi forti, senz’altro Female Portrait Composition di George Condo, venduta già il primo giorno per $ 2,3 milioni.
Chiusura in bellezza con il commento “alla fine della fiera” di Clément Delépine, Director di Paris+ par Art Basel: «Sono profondamente grato a tutte le gallerie, gli artisti, i mecenati, i rappresentanti istituzionali e i partner che si sono uniti a noi per la seconda edizione di Paris+ par Art Basel e l’hanno resa un tale successo. Insieme, siamo stati in grado di presentare arte di altissima qualità, dal piano espositivo ai Jardin des Tuileries, e l’impatto della fiera sulla vita culturale della città è palpabile. Attendiamo già con ansia il nostro arrivo nel rinnovato Grand Palais nel 2024, una mossa che crediamo ancorerà Paris+ par Art Basel ancora più saldamente nel panorama creativo della città e amplificherà la sua risonanza nell’ecosistema artistico globale».