A Patek Philippe Reference 96 Quantieme Lune formerly from the collection of Aisin-Giro Puyi and a watercolour painting. Courtesy of Phillips
Phillips e orologi di lusso, combo che vince. Con una sfilza inarrestabile di white gloves sales alle spalle da una parte all’altra del globo, la casa d’aste annuncia adesso il suo ennesimo asso nella manica del settore: un rarissimo Patek Philippe appartenuto ad Aisin-Gioro Puyi, l’ultimo imperatore della dinastia Qing. Ma anche L’ultimo imperatore dell’omonimo film di Bernardo Bertolucci, rilasciato nelle sale nel lontano 1987. «Questo manufatto», rivela a exibart la casa d’aste, in una nota, «è di enorme importanza: mentre in precedenza si conoscevano solo sette Patek Philippe referenza 96 con tale complicazione, l’esemplare attuale è nuovo sul mercato ed è l’ottavo esemplare a comparire».
Qualche dettaglio su questo lotto d’eccezione. Innanzitutto la cassa Calatrava, in platino, realizzata da Antoine Gerlach e identificata dal timbro Key number 4. Poi il quadrante, che presenta numeri arabi abbinati a un anello in oro rosa e a lancette Feuille. All’interno del segnatempo è alloggiato un orologio 11’’’ Victorin Piguet ébauche prodotto durante il crollo del 1929, all’inizio della Grande Depressione. Con la presentazione della referenza 96 come novità nel 1932, il movimento è stato poi ulteriormente migliorato dalla manifattura e inserito nel 1937 in questa cassa modernista in platino con influenze Bauhaus.
«Fresh-to-the-market», lo ribadiscono a più riprese dalla maison. A sottolineare la rarità dell’esemplare presentato da Phillips, l’esistenza comprovata di soli due orologi con la medesima configurazione del quadrante. E sono entrambi pezzi museali, s’intende: uno fa parte della collezione del Museo Patek Phillipe, l’altro è stato venduto nel 1996 a un collezionista privato. «Estremamente prestigioso, conservato nelle sue condizioni originali e intatte e con un pedigree davvero straordinario, questo orologio-capsula dall’incredibile importanza storica è emblematico del suo genere». Sarà offerto nella nuovissima sede di Hong Kong, dopo un tour internazionale tra New York, Singapore, Londra, Taipei e Ginevra, lungo fino a maggio 2023.
E sarà in ottima compagnia. Insieme al Patek Phillipe, Phillips presenterà anche un ventaglio unico, un taccuino manoscritto, dipinti ad acquerello e un’edizione stampata in pelle degli Analects di Confucio. «Dal 1945 al 1950», raccontano gli esperti, «l’imperatorefu tenuto prigioniero in URSS. Durante questi cinque anni, un funzionario sovietico che parlava correntemente il mandarino fu l’interprete e il precettore dell’Imperatore. Questi manufatti ne evidenziano l’amicizia straordinaria».
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