29 maggio 2023

Pistoletto, Christo, Jan Fabre. Tutti i protagonisti dell’asta di Blindarte

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Dai maestri ultra noti ai nomi più rari sul mercato italiano (soprattutto quello secondario). Ne abbiamo parlato con il direttore Memmo Grilli, alla vigilia della vendita meneghina

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Memmo Grilli. Courtesy of Blindarte

Torna mercoledì 31 maggio l’asta di arte moderna e contemporanea di Blindarte, sfilano uno dopo l’altro a Milano i grandi maestri italiani e internazionali, da Jan Fabre a Rotella, da Turcato ad Ai Weiwei. Il fil rouge del catalogo? «È dettato principalmente da motivi di qualità e di mercato», rivela subito a exibart il direttore Memmo Grilli. «Proponiamo una selezione di opere dai primi del ‘900 ai giorni nostri per dare una visuale di quanto oggi sia più interessante sul mercato, in relazione all’ampio periodo storico che trattiamo nelle nostre aste». Ed eccoli, senza limiti di tempo né di categoria: i colori cangianti e le nuvole tattili di Salvo in vendita per € 12.000-16.000 – lo stesso artista che da Blindarte, la scorsa estate, fissava il suo record a quota € 155.500. E così Michelangelo Pistoletto, proprio nel mese dei suoi 90 anni, celebrati con mostre a macchia d’olio dentro e fuori i confini nazionali; a Milano, il suo Un giorno con Cucchi a Pescara va all’incanto per € 100.000-150.000. Non solo. «Presentiamo come sempre anche gruppi di opere che in genere non si trovano facilmente sul mercato italiano, soprattutto in quello secondario», prosegue Grilli, «questo spiega il grande successo che le nostre aste hanno anche nei confronti del pubblico internazionale. Molti artisti sono ben conosciuti nel mercato dell’arte, ma spesso l’interesse nei loro confronti è altalenante: a volte molto richiesti, altre volte meno, e forse è proprio questo il momento migliore per inserirli in collezione?».

Pochi dubbi, senz’altro, sui top lot della sessione. Si parte da Renato Guttuso, un Paesaggio Silano del 1937, pubblicato sul catalogo ragionato e proveniente dalla collezione Piero Circi – signore del caffè romano (stima: € 25.000-30.000). A proposito di bibliografie altisonanti: c’è l’acquerello Levico di Giorgio Morandi tra gli highlights di Blindarte, è appartenuto nientemeno che al regista Michelangelo Antonioni (stima: € 30.000-40.000). Poi ancora un grande Enzo Cucchi del 1986 – «museale», specifica Grilli (stima: € 50.000-70.0000), un nostalgico Filippo De Pisis (stima: 8000-12.000), un Fausto Pirandello tra cubismo ed espressionismo (stima: € 30.000-40.000). E arriviamo diretti a uno dei primissimi Retro d’affiche di Mimmo Rotella con tanto di residui d’intonaco – «vera chicca dell’asta», la definisce senza giri di parole il direttore della maison (stima: € 12.000-16.000).

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Enzo Cucchi, Immobile, 1986. Courtesy of Blindarte

Non mancano, come sempre, i grandi protagonisti del panorama internazionale. Occhi puntati su un bel Christo del 1985, dedicato a Parigi e al suo iconico Pont Neuf (stima: e 50.000-70.000); e poi a ruota sugli scarabei preziosi di Jan Fabre, l’artista belga sempre caro alle ricche selezioni di Blindarte. È il caso di Battlefield, importante non solo per le dimensioni, la qualità e la fattura – la selezione degli scarabei è impressionante – ma anche per essere stata scelta per la mostra al Musèè du Louvre a Parigi, nel 2008, The Angel of Metamorphosis a cura di Marie Laure Bernadac. La valutazione pre incanto: € 35.000-45.000. Ancora un lotto d’eccezione: il lavoro di François Morellet dal titolo 4 A 4 N.9, anno 2007, angoli di luci al neon e tela bianca. L’artista stesso lo scelse per includerlo in una nota collezione privata romana, spinto dal rapporto di profonda stima e amicizia con il suo proprietario (stima: € 50.000-80.000).

Per concludere, l’opera del catalogo che consiglierebbe a un giovane collezionista? – chiediamo al direttore Memmo Grilli al termine del nostro scambio. «C’è l’imbarazzo della scelta. Ai WeiWei è un artista in costante ascesa sui mercati internazionali e i gioielli d’artista sono sempre più richiesti e acquistano sempre più valore, quindi certamente consiglierei l’opera Rebar in gold. Il dipinto di Jorit è anche tra quelli che consiglierei, anche per motivi affettivi. Cucchi, Pistoletto e Nitsch sono artisti molto diversi tra loro, ma che daranno sicuramente grandi soddisfazioni ai loro collezionisti nel breve/medio periodo. Il dipinto di Salvo è una chicca imperdibile, come anche il retro raffiche di Rotella. Trovo bellissimo il lavoro di Anne e Patrick Poirier, e adoro Sleep di Jonathan Monk. Anche se forse l’opera che consiglierei più di tutte è la grande tela gazza ricoperta da pigmenti rossi di Bosco Sodi». Appuntamento a mercoledì, per l’esito finale.

Christo, Pont Neuf Wrapped, 1985. Courtesy of Blindarte
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Francois Morellet, 4a4n9, 2007. Courtesy of Blindarte

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