È successo di nuovo. Solid Rock Congregation (1993) di Ernie Barnes ha polverizzato tutte le aspettative sotto il martello incredulo dell’auctioneer di Bonhams, correndo veloce fino a quota $ 1,6 milioni. Il soggetto: una scena di chiesa della domenica mattina, quei corpi lunghi, affusolati, in movimento, le braccia alzate al cielo, le mani infinite, a tratti intrecciate. La stima di partenza? $ 500.000. È un déjà-vu, pensiamo, la storia è nell’aria. Ed eccola, basta scorrere indietro di 4 mesi sul calendario. Lo scorso maggio, da Christie’s, i corpi danzanti di The Sugar Shack (1976) – già protagonisti della cover di I Want You di Marvin Gaye – infrangevano senza indugi qualsiasi pronostico, moltiplicando per 76 la stima alta di $ 200.000, dritto e diretto fino al record di $ 15,3 milioni. Pochi giorni prima, sempre da Christie’s, la Storm Dance (1977) era volata da $ 100.000 fino al tetto di $ 2,3 milioni, mentre il 28 giugno, a Londra, Main Street Pool Hall (1978) ha fatto scintille con un’aggiudicazione da £ 1,5 milioni (la stima, lì, era di £ 80.000-120.000).
Ma torniamo al presente. «Questo lavoro di Barnes è davvero speciale», rivela alla stampa Andrew Huber, Direttore e Head of Sale for Post-War & Contemporary Art di Bonhams New York. «Sapevamo che avrebbe attirato molto interesse, ma sono davvero sbalordito dalla risposta». Detto, fatto. La tela appartenuta alla cantante gospel Margaret Bell – raffigurata nell’opera sul palco, mentre canta al microfono – si unisce con foga alla corsa all’oro targata “Barnes”. E la conferma arriva rapida anche dai database di ArtPrice. I 5 top lot dell’artista, tutti datati 2022, sono concentrati negli ultimi 5 mesi. Il fatturato complessivo del 2021 è pari a $ 1,6 milioni, contro i $ 19,2 milioni portati a segno nell’ultimo anno – non ancora concluso, e già si guarda al nuovo colpo di scena. Ciliegina sulla torta, la posizione globale in base al fatturato: solo il 794° posto in classifica nel 2021, mentre già trionfa al 53° nell’ancora imprevedibile 2022. Insomma, non si può che migliorare.
Balli incessanti, percezione di movimento instabile, gioioso, forse catartico, liberatorio. Sarà ancora Bonhams, il prossimo 14 settembre, a esitare una tela di Barnes, la sua Games and Shines (ca 1970) già troneggia furente sul catalogo della Post-War & Contemporary Art Sale, la stima è di $ 100.000 – 150.000. Che sia un death effect (piuttosto tardivo, l’artista è scomparso nel 2009). Che si tratti di «numeri facili», come li chiamava il critico e collezionista Kenny Schachter già nel 2020, quando nomi come Amoako Boafo ipnotizzavano il mercato e lui attribuiva la causa a prezzi di partenza troppo bassi – e a un conseguente allineamento rispetto all’effettivo valore. Occhio a Ernie Barnes, siete avvisati.
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