In arte sono infiniti i casi di allusioni e giochi di rimando tra artisti, anche di epoche diverse. È il caso della fotografia Le violon d’Ingres (1924) di Man Ray, battuta all’asta da Christie’s a New York per 12,4 milioni di dollari – ve lo anticipavamo qui, poche ore dopo l’aggiudicazione, e prima ancora qui, a febbraio, quando il traguardo era già nell’aria. Un tempo record per un prezzo record, considerata la stima tra i 5 e i 7 milioni.
La Spring 2022 Marquee Week intitolata The Surrealist World of Rosalind Gersten Jacobs e Melvin Jacobs, della nota casa d’aste, si è conclusa il 14 maggio con una vendita senza precedenti. Si tratta di una copia della fotografia originale dell’artista surrealista, realizzata nel periodo in cui è stato prodotto il negativo corrispondente. Un prezioso e ghiotto dettaglio per cui in soli dieci minuti il lotto è stato aggiudicato ad un prezzo stellare.
Nell’immagine, realizzata in camera oscura e manipolata a mano, signoreggia la schiena nuda di una donna, segnata dalle due «effe» tipiche della cassa di un violino. La languidezza dell’icona femminile, diventata un cult, è un omaggio al pittore Jean-Auguste-Dominique Ingres, tra i maggiori esponenti della pittura neoclassica, esperto nella morbida resa dei corpi, schiene femminee comprese; come si vede, ad esempio nella sua celebre Grande odalisca del 1814.
Ingres era anche violinista e, benché in musica non riscuotesse risultati del tutto soddisfacenti, si racconta che preferisse chi elogiava il suo violino, piuttosto che la sua pittura, quasi in cerca di approvazione. Di qui l’espressione che dà il titolo alla fotografia di Man Ray: «violon d’Ingres», violino di Ingres, a indicare chi tenta di perseguire una qualche impresa, senza tuttavia eccellervi.
Man Ray, giocoso, sceglie di strizzare l’occhio al maestro dell’Ottocento, fotografando la sua amante. In quei famosi anni ’20 del Novecento, così ben delineati da Woody Allen nel film Midnight in Paris, l’artista approda a Parigi da Philadelphia, inaugurando una stagione di fotografia sperimentale, e vi incontra la modella Alice Prin, nota negli ambienti mondani dell’epoca come Kiki di Montparnasse. Sua la schiena fatale a mo’ di violino.
I collezionisti newyorkesi Jacobs acquistarono la fotografia da Man Ray in persona negli anni ’60 e da allora essa divenne un fiore all’occhiello della collezione. Benché l’artista lasciò Kiki per Lee Miller, forse la sua vera musa, oltre che eccellente fotografa, e benché alla fine l’artista portò all’altare Juliet Browner, questo primo amore parigino fu significativo e continua a fruttare all’artista sempre maggior valore. È di Kiki il volto che ispirò a Man Ray lo scatto Noire et Blanche (1926), battuto all’asta da Christie’s a Parigi nel 2017 per 3 milioni di dollari.
Attraverso i secoli, attraverso un violino, la musica silenziosa di un fotografo, la seduzione di una modella francese, il tentativo umano di un grande pittore dell’Ottocento alle prese con l’archetto. Tutto in uno scatto surreale e surrealista.
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