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La settimana scorsa si dava la notizia della messa in vendita dell’NFT legato all’opera di Jean-Michel Basquiat Free Comb with Pagoda (1986). OpenSea è la piattaforma che avrebbe dovuto ospitare l’asta, annunciata dal gruppo Daystrom: con l’acquisto dell’NFT si avrebbe avuto la facoltà di “decostruire” il Basquiat originale. Ebbene, con una vendita pianificata a partire da un’offerta minima di un ethereum (il cui valore corrisponde attualmente a oltre 2700€), l’asta è stata annullata.
Anche un Basquiat in NFT
Ancora giovanissimo, Jean-Michel Basquiat raggiunse alti livelli nel mondo dell’arte, entrando presto a far parte anche della storia dell’arte: il suo è un mito che tuttora persiste. Infatti, ancora oggi le quotazioni delle sue opere raggiungono cifre enormi. Dopo aver conquistato anche il mercato asiatico, Basquiat continua a essere uno dei nomi più preziosi nel mercato dell’arte contemporanea. Non molto tempo fa, abbiamo scritto sulla vendita di una sua opera da Sotheby’s che si aggirava intorno a qualche decina di milioni di dollari. La settimana scorsa la sua firma si legava a un’altra asta: quella dell’NFT dell’opera Free Comb with Pagoda. Gli esperti del settore ancora si interrogano sulla natura di questa nuova forma d’arte, tra medium tecnologico e bolla speculativa. Intanto, il fenomeno dei non-fungible tokens sta coinvolgendo nomi altisonanti, tra cui appunto quello di Basquiat.
La vicenda dell’NFT di Free Comb with Pagoda
L’NFT di Free Comb with Pagoda – disegno di Basquiat di proprietà di un collezionista privato – non ha fatto in tempo ad andare all’asta su OpenSea che già era assai discusso. Il motivo che ha scatenato la polemica è dovuto dal fatto che insieme all’acquisto dell’NFT si dava la possibilità di “decostruire” l’opera fisica. Fortunatamente, il diritto e la tutela hanno fatto valere l’opera d’arte al di sopra della sua riproducibilità tecnologica. Vale a dire che l’asta è stata annullata, grazie all’intervento dell’Archivio Basquiat. Infatti, il responsabile dell’archivio David Stark ha dichiarato: «La proprietà di Jean-Michel Basquiat possiede il copyright dell’opera d’arte a cui si fa riferimento. Nessuna licenza o diritto è stato ceduto al venditore e l’NFT è stato successivamente rimosso dalla vendita.»
Già nel 2015 l’opera Free Comb with Pagoda era stata protagonista di un tentativo d’asta per la cifra di 80.000 dollari, la cosa però non andò a buon fine e anche il quel caso il disegno di Basquiat non fu venduto. Ora, il proprietario ci ha riprovato, cercando invano di cavalcare l’onda di questa nuova tendenza, forse una moda. È comprensibile, l’hype che investe i NFT fa gola a molti ma l’arte è un gioco serio e le sue regole vanno rispettate.