Fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, dal 2014 con sede anche a Londra, Mazzoleni ha esposto negli anni centinaia di artisti italiani e internazionali dell’ultimo secolo. Abbiamo intervistato Luigi e Davide Mazzoleni per un’opinione sul mercato contemporaneo e sulle strategie della galleria.
Secondo l’ultimo report di Art Basel e UBS, le vendite globali di arte e antiquariato hanno subito nel 2020 un calo del 22% rispetto al 2019. Qual è il vostro punto di vista sulla salute attuale del mercato?
«Il 2020, rispetto all’anno precedente, ha senz’altro riportato un calo fisiologico dovuto alla pandemia. Le vendite hanno subito un importante rallentamento e nuove dinamiche sono state create all’interno del mercato dell’arte. Il nostro punto di vista sulla salute attuale del mercato è ora positivo in quanto abbiamo potuto verificare un significativo segno di ripresa in occasione delle prime fiere in presenza, l’unica modalità che permette il diretto confronto tra galleristi e collezionisti. Abbiamo riscontrato ottimismo e un forte interessamento da parte del pubblico durante le fiere a cui abbiamo avuto modo di partecipare in primavera e questo autunno, sia in Italia sia all’estero».
Chi è l’acquirente tipo di Mazzoleni, nelle rispettive sedi di Torino e di Londra?
«La galleria di Londra rappresenta per noi una significativa vetrina internazionale con un pubblico cosmopolita. Per quanto riguarda la galleria italiana, il nostro pubblico è prevalentemente composto da clienti locali – appassionati e collezionisti – che seguono con grande assiduità i nostri eventi espositivi e che hanno continuato a frequentare lo spazio espositivo anche durante i mesi della pandemia, rispettando le norme di sicurezza».
Per quando riguarda la diversificazione della vostra offerta, invece? Come varia lo sguardo sui grandi maestri italiani tra la Gran Bretagna e il Belpaese?
«Parallelamente a un programma espositivo dedicato all’arte del secondo dopoguerra italiano e ai grandi Maestri che la caratterizzano (da Lucio Fontana ad Alberto Burri), la galleria ha recentemente ampliato la sua attività aprendosi verso l’arte contemporanea. Oltre a portare la conoscenza dell’arte italiana verso un pubblico internazionale, il nostro intento rimane quello di presentare progetti curatoriali che si inseriscono all’interno di una programmazione di calibro museale. Naturalmente la sfida diverge da una galleria all’altra: a Londra la nostra programmazione propone spesso approfondimenti sull’arte italiana del dopoguerra, come testimoniano gli ultimi progetti Post-War Italian Art Tales o la mostra attualmente in corso Burri, Kounellis, Nunzio. Ethic of the Artwork; mentre a Torino tende a offrire uno sguardo attento anche verso le più recenti produzioni artistiche contemporanee, come nel caso della personale Marinella Senatore: Make it Shine che inaugurerà il 2 novembre durante la settimana di Artissima».
Il mese di novembre segna il ritorno di Mazzoleni ad Artissima, dopo la partecipazione alla versione digitale del 2020. Chi sono i protagonisti dello stand per questa 28esima edizione?
«Il nostro ritorno in presenza è caratterizzato da una presentazione dedicata all’arte contemporanea italiana e internazionale nelle sue varie forme espressive. Oltre a un nucleo di opere recenti di Marinella Senatore, saranno esposti lavori di Andrea Francolino, Melissa McGill, Rebecca Moccia e David Reimondo. L’intento della galleria è quello di sostenere artisti che si distinguono per la peculiarità delle loro ricerche e pratiche artistiche, fornendo loro supporto e presentando al pubblico il frutto di questi processi creativi».
È Marinella Senatore la protagonista della nuova mostra alla Mazzoleni di Torino, una delle artiste italiane più riconosciute a livello internazionale che – solo nell’ultimo anno – ha dato vita a progetti in città come Berlino, Roma, Amsterdam, Graz e San Paolo. Ad animare Make it Shine, a partire dal 2 novembre, è una selezione di linguaggi estremamente eterogenea che spazia dalle sculture di luce ai disegni a matita, dalle installazioni ai dipinti, passando per collage e stendardi ricamati. Il filo rosso? Il rapporto personalissimo di Senatore con le comunità coinvolte nei suoi lavori, in un continuo, profondo dialogo con le più discusse tematiche sociali.
C’è il ciclo Un Corpo Unico, con quei grandi polittici attraversati da figure danzanti, elementi testuali e immagini della tradizione; ci sono i collage, dove fotografie, parole, memorie e spartiti recuperati dall’archivio dell’artista attivano riflessioni su questioni universali; e poi ovviamente l’installazione pittorica Make it Shine, inedita, che con i suoi materiali riflettenti e rifrangenti – la madreperla, i fiocchi di metallo e l’oro 24k – dà il titolo all’esposizione di Torino.
«Marinella Senatore», raccontano Davide e Luigi Mazzoleni, «rappresenta un valore aggiunto all’interno del percorso della galleria e al suo recente ampliamento verso l’arte contemporanea. L’approccio di Senatore è un processo complesso e articolato, fortemente innovativo, che trova il suo collocamento tra arti visive e arti performative. Ci ha colpito molto il suo modo di proporre un dialogo ampio e polivalente in cui l’arte è un catalizzatore di emozioni ed energie». Appuntamento fino al 29 gennaio 2022.
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