Categorie: Mercato

Settembre-dicembre solo andata: il secondo semestre dell’art market internazionale

di - 1 Settembre 2023

Tanti saluti ad Art Basel, la regina delle fiere di giugno è già un ricordo lontano. Tanti saluti anche a quel ragno da $ 32.8 milioni, c’è il mercato dell’arte che scalpita, da una parte all’altra del globo. E poco importa se il primo semestre non ha fissato chissà quali risultati leggendari. Si parte dalla Corea del Sud, con la seconda edizione di Frieze Seoul (6-9 settembre): 120 gallerie da 30 Paesi dal mondo intero, tutte pronte a esibire il meglio del meglio dell’arte moderna e contemporanea, sotto la direzione riconfermata di Patrick Lee. Non mancano i giganti Gagosian, Hauser & Wirth, David Zwirner, Thaddaeus Ropac, Mendes Wood, giusto per citarne qualcuno; in ottima compagnia con realtà asiatiche come Take Ninagawa, Gallery Vacancy e Gallery Baton, per un approccio sempre più dichiaratamente glocal, globale e locale insieme, tentativo famelico di uno sguardo senza confini. Nel frattempo, a Londra, Sotheby’s disperde la collezione di Freddie Mercury, incluso il suo amato pianoforte (stima: £ 2-3 milioni), il manoscritto di We Are The Champions (stima: £ 200.000 – 300.000), la corona e il mantello in velluto indossati durante l’ultimo tour con i Queen (stima: £ 60.000 – 80.000). Come inizio, niente male.

Salto al di là del planisfero, è subito tempo del The Armory Show tra i grattacieli di New York (8-10 settembre). Con una premessa importante: risale a luglio l’acquisizione della superfiera da parte del colosso Frieze (in coppia insieme all’Expo di Chicago, per rincarare la dose). «Sono fiere storiche e iconiche, con radici profonde nelle loro comunità», rivelava allora alla stampa Simon Fox, CEO di Frieze. «Per noi è stata una splendida opportunità per investire ulteriormente nella scena artistica statunitense e svolgere un ruolo più importante». Poi a seguire le rassicurazioni: nessuna cancellazione all’orizzonte, solo un tentativo di «migliorare le cose». Ed eccole le protagoniste in bella mostra al Javits Center: 225 gallerie partecipanti e una decina di italiane in lista, incluse Luce Gallery, Vistamare, Massimo Minini, Francesca Minini, Eduardo Secci e Poggiali. Nessuna blue-chip all’appello – quasi un monito, o perlomeno un’assenza che si farà sentire.

Photo Credit: Vincent Tullo. Courtesy: The Armory Show

Panorama a L’Aquila (7-10 settembre), Arte e Collezionismo a Roma (28 settembre-2 ottobre), Mercanteinfiera a Parma (30 settembre-8 ottobre), non mancano le proposte dentro i confini italiani. Ma volgiamo lo sguardo al di fuori. Prima tappa, Londra: compie 20 anni Frieze London nel 2023 (11-15 ottobre) – e la festeggiano a dovere iniziative quali Artist-To-Artist, dove nomi superstar come Olafur Eliasson, Tracey Emin e Simone Leigh vestono i panni insoliti di curatori. Non solo: resta Frieze Masters uno degli appuntamenti più attesi dell’intera stagione, sono più di 130 le gallerie che riuniscono senza scampo oltre sei millenni di storia. Da De Jonckheere a Colnaghi, passando per Gagosian, Pace Gallery, Skarstedt, Hauser & Wirth, tutti presenti. Con una news (tra le tante) che ha già fatto il giro dei tabloid: è nata Modern Women, una sezione tematica diretta da Camille Morineau, interamente dedicata alle personali di donne artiste, da Paula Rego a Geraldine Swayne. Benvenuta, benvenuta.

Neanche a dirlo, già attendiamo le proposte delle majors Sotheby’s, Christie’s e Phillips (e Bonhams, che regala continue sorprese) nella settimana di Frieze, strette in quell’abbraccio sempre più complice tra fiere e aste, tra superstand e aggiudicazioni stellari. Ancora due appuntamenti da segnare in agenda intanto, uno si svolge negli stessi giorni di Frieze: si chiama WIAF, Women in Art Fair (11-14 ottobre), e mira a colmare lo squilibrio di genere nel sistema dell’arte internazionale. Quello che vede Propped di Jenny Saville come l’opera più costosa di un’artista donna vivente, circa l’85% in meno del suo corrispettivo maschile, esatto. L’altro è subito a ruota, è la nuova edizione di 1-54 Contemporary African Art Fair alla Somerset House (12-15 ottobre), punterà i riflettori, tra gli altri, su Amine El Gotaibi e Zanele Muholi. Poi la svolta – anzi la discesa, oltre il canale: finalmente Paris+ par Art Basel (19-22 ottobre), il nuovo baluardo del mercato dell’arte dopo il debutto in pompa magna del 2022. Dove? Tra il foliage autunnale del Grand Palais Éphémère, con 154 espositori provenienti da tutto il globo. Ma anche fuori dalle mura, con un programma pubblico sparpagliato per i luoghi iconici di Parigi, dalla doppia mostra di Daniel Buren e Michelangelo Pistoletto a Palais d’Iéna, fino alla scultura di 5 metri di Urs Fischer posizionata come un faro tra i bagliori di Place Vendôme.

Novembre è la resa dei conti. Un anno fa, la Paul Allen Collection spostava per sempre i confini del possibile del mercato dell’arte, con una notte dei record da $ 1.5 miliardi. E adesso: dopo la tappa all’Oval di Torino dal 3 al 5 novembre, ad Artissima, i collezionisti guardano dritto all’orizzonte delle grandi aste di New York, li immaginiamo ancora parchi, ancora contenuti, senza picchi sorprese fiamme, come il copione del primo semestre ci impone. Chissà che la vendita della collezione Landau non riaccenda le scintille invece, nella corsa al migliore offerente. Nel frattempo, c’è un appuntamento nuovo di zecca da aggiungere al calendario, tappa in India con la prima edizione di Art Mumbai (16-19 novembre). Ancora, pit-stop a FAB Paris (21-26 novembre), la nuova pelle di Fine Arts Paris & La Biennale, preceduta di poche settimane dall’iconica Paris Photo (9-12 novembre). Poi tutti a Miami, per un finale di partita sempre glamour oltre misura, tra gli eccessi patinati della regina Art Basel (8-11 dicembre). That’s a wrap.

Thomas Dane Gallery, Frieze London 2022. Photo by Linda Nylind. Courtesy of Frieze and Linda Nylind
Grand Palais Éphémère. Photo by Aliki Christoforou Courtesy Art Basel

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