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€ 7.828.760 totali, l’83,5% del venduto per lotto e l’88,5% per valore. Sono questi i risultati dell’asta online di Sotheby’s Italia, il secondo appuntamento milanese del 2020 dedicato all’arte del XX secolo. Numeri, questi, che rientrano perfettamente nei pronostici degli esperti, con previsioni iniziali comprese tra i 6 e i 9 milioni; numeri, aggiungiamo, senz’altro inferiori a quelli di giugno – quando l’incanto aveva decretato il record europeo per l’incasso di un’asta online – ma comunque eccezionali, data l’incertezza di questi tempi. A guidare Contemporary Art / Milan le opere di Morandi, Afro, Schifano e Boetti (qui il catalogo completo di Sotheby’s).
«La strategia adottata ormai da qualche anno di presentare un’alternanza di opere di artisti italiani e stranieri», commenta Marta Giani, responsabile dell’asta, «ci ha consentito di conseguire risultati eccellenti anche in occasione di questa vendita autunnale. La qualità delle opere e la loro storia si sono confermate caratteristiche imprescindibili per ottenere una risposta consistente da parte del collezionismo nazionale e internazionale, ancora più significativa nel contesto in cui ci troviamo».
Un contesto difficile, è vero, ma Sotheby’s lo combatte a suon di masterpieces e colpi di scena. Proprio come a giugno, una Natura Morta (1946) di Morandi ha rappresentato il top lot della vendita, passata sotto al martelletto per € 823.200. Anche Giorgio de Chirico, all’indomani del suo record mondiale da $15,9 milioni, ha portato a casa buoni risultati, con € 351.300 a per Interno Metafisico con Officina (1951) e i due esemplari di Mobili nella Valle venduti a € 315.000 (quello del 1928) e € 126.000 (la versione degli anni Sessanta).
Bidding vivace per l’aggiudicazione di Viale delle Acacie (1958) di Afro, che raddoppia le stime e trova un acquirente per € 327.100, così come il meraviglioso Mobile di Alexander Calder del 1956 – di quelli che Jean-Paul Sartre definiva «strane composizioni di steli, foglie di palma, dischi, piume e petali» – andato a € 436.000. Non rientra di certo tra i 14 invenduti Ossigeno ossigeno (1965) di Schifano, che raggiunge € 678.000 superando la stima alta di € 350.000, e nemmeno l’Homage to the Square (1959) di Josef Albers, che va oltre le previsioni con una performance da € 327.100.
Passiamo in rassegna gli altri protagonisti dell’incanto: Superficie 196 di Giuseppe Capogrossi, esposta, tra le altre, nella retrospettiva veneziana del 2012, passa di mano per € 327.100; l’Attente (1964) di Victor Brauner, è aggiudicato per € 252.000; e non può mancare Alighiero Boetti, con l’arazzo del 1988 che totalizza € 399.700. Grande entusiasmo, poi, anche per le ceramiche e le sculture di Fausto Melotti; e non tradiscono le aspettative le opere su carta, come l’acquerello Landschaft B. L. di Paul Klee (1931), acquisito a € 107.100, e il foglio pre-futurista Mia Madre (1907) di Umberto Boccioni, venduto per 100.800 €.