In che modo le gallerie possono sopravvivere al coronavirus? Una domanda che abbiamo rivolto ad alcuni tra i galleristi più influenti in Italia e all’estero, da Lia Rumma ad Hauser & Wirth – qui trovate la nostra rubrica – e Sotheby’s Gallery Network è una delle risposte. Come sostiene in un intervento su Artnet Saara Pritchard, specialista di arte contemporanea a capo di questa iniziativa, «Le più grandi innovazioni e le migliori partnership nascono da tempi difficili» e in un momento in cui il mercato artistico sta dimostrando grande spirito di resilienza, anche la celebre casa d’asta ha risposto alla pandemia con una soluzione funzionale e creativa.
Se non è possibile organizzare mostre e accogliere visitatori, si corre ai ripari: il web.
Sotheby’s Gallery Network si impone come uno spazio virtuale di e-commerce sul sito della casa d’asta inglese. La vetrina online offre una rete sociale che include le più importanti gallerie d’arte, incluse tra i partner di fiducia: Gavin Brown’s Enterprise, Lehmann Maupin, Jack Shainman Gallery, Luhring Augustine, Kasmin Gallery, Petzel Gallery, Sperone Westwater e Van Doren Waxter.
Esplorando la pagina, è possibile fare un tour virtuale alla scoperta delle collezioni delle varie istituzioni che finora hanno aderito all’iniziativa, con l’obiettivo di ampliare la rete sociale coinvolgendo altre gallerie. Con questa piattaforma, le gallerie devono alla casa d’asta una commissione fissa basata sulle vendite, mentre tutte le opere d’arte presentate sono acquistabili esclusivamente tramite Sotheby’s.
Sotheby’s Gallery Network si sta rivelando una strategia efficace e sicura: le opere con un prezzo fino a 150mila dollari sono vendute attraverso la piattaforma. Le gallerie sono invitate a segnalare quali opere superano questo prezzo, in modo da permettere agli acquirenti di rivolgersi direttamente al personale di Sotheby’s per completare la vendita. Il marketplace online funziona perché molti sono disposti ad affidarsi alla celebre casa d’asta come garanzia, soprattutto grazie alla comprovata esperienza di vendite online. Nonostante gli acquirenti siano indirizzati alla piattaforma per le proprie transazioni, ciò non vincola le gallerie a promuovere le proprie opere solo in questo modo, potendo utilizzare anche altri mezzi.
Non solo le case d’asta, ma anche le gallerie si danno da fare con nuove iniziative per resistere alla pandemia. Una di queste è Reston Unis, il progetto lanciato da Emmanuel Perrotin nel suo nuovo spazio aperto a Parigi, di cui già vi avevamo accennato qui. L’idea è quella dare visibilità ad altre 26 gallerie parigine che avranno modo di esporre a rotazione una selezione di lavori dei loro artisti fino ad agosto.
Il progetto si svolgerà garantendo una serie di misure di sicurezza e le gallerie non dovranno pagare una quota per partecipare, senza che Perrotin riceva un taglio delle vendite. Un progetto basato più sulla solidarietà che sul tornaconto economico poiché, di fronte al virus, nessuno si salva da solo.
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