Pablo Picasso, Alberto Giacometti, Joan Miró, Jean Dubuffet, Paul Klee. E poi ancora Pierre Soulages, Georges Mathieu, Willem de Kooning, Alexander Calder. Sotheby’s annuncia la vendita della collezione di David M. Solinger (1906-1996), avvocato, artista, filantropo e – non di certo per ultimo – ex presidente del Whitney Museum di New York. I suoi capolavori raccolti e messi in dialogo per una vita intera saranno ora dispersi, attraverso una serie di aste autunnali tra New York e Parigi. A partire da Collage di Willem de Kooning, è stimato tra i $ 18 e i $ 25 milioni. O ancora Femme dans un fauteuil di Pablo Picasso, dipinta tre settimane dopo il suo primo incontro con Marie-Thérèse Walter, in catalogo per $ 15-20 milioni. Le date: 14, 15, 22 novembre a New York, il 6 dicembre a Parigi. La stima totale? Una cifra superiore a 100 milioni.
«Mi è capitato di tornare a casa la sera, esausto per qualche attività», raccontava David M. Solinger, «e di buttarmi su una sedia a guardare i quadri nella stanza e di sentirmi rinvigorito». E ancora: «Sono stato molto fortunato perché ho avuto sentimenti molto forti nei confronti dei dipinti che collezionavo. Collezionavo», aggiungeva, «solo perché amavo le cose che acquistavo». Tutte le opere, nessuna esclusa. Trois hommes qui marchent di Alberto Giacometti (stima: $ 15-20 milioni), Femme, étoiles di Joan Miró (stima: $ 15-20 milioni), un sempre poetico 16 Black with a Loop di Alexander Calder (stima: $ 3-4 milioni).
Fu un pittore, Solinger, prima ancora di diventare un collezionista. Di ritorno dalla guerra incontrò un amico, da poco iscritto a un corso d’arte; decise di fare lo stesso, e da lì nacque una passione che durò crebbe alimentò per la sua vita intera. Al punto da sentire il bisogno di scoprire come gli altri pittori affrontassero le stesse sfide che lui incontrava, e iniziò a girare senza sosta per gallerie, atelier, musei. Al punto – ancora – da desiderare di possederli, e così puntò lo sguardo per primo sui grandi talenti europei del momento, alcuni dei quali, come Jean Dubuffet e Pierre Soulages, debuttavano proprio allora negli Stati Uniti.
Parola agli esperti di Sotheby’s: «Stringendo rapporti duraturi con i più influenti mercanti e galleristi dell’epoca, tra cui Samuel Kootz, Pierre Matisse, Daniel-Henry Kahnweiler, Sidney Janis, Edith Halpert della Downtown Gallery e Aimé Maeght, Solinger cercò grandi opere di maestri affermati e il meglio della generazione d’avanguardia. In un momento in cui le due capitali della creatività, Parigi e New York, si contendevano il predominio culturale e gli artisti di entrambe le città sfidavano e influenzavano le reciproche idee artistiche, Solinger ha costruito non solo una collezione, ma un vero ponte transatlantico: un dialogo eccezionalmente perspicace tra i due grandi epicentri dell’arte moderna nel periodo pre e postbellico». Appuntamento alla fine dell’anno, con la raccolta di David M. Solinger.
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