Nella sua sede di New Bond Street a Londra, Sothebyâs presenta la sua asta annuale Modern & Contemporary African Art, una visione rivolta allâespressione artistica africana del XX e XXI secolo, attraverso unâesposizione aperta dal 15 al 20 marzo a inaugurarne la vendita con appuntamento il 21 marzo. Si tratta di unâoccasione speciale: è la prima asta dal vivo dopo quattro anni per questa categoria, infatti da marzo 2020 a marzo 2023 le sue vendite si erano svolte unicamente online. Il catalogo è composto da 98 opere di 66 importanti artisti provenienti da 23 Paesi dellâAfrica, dove quasi il 90% dei lotti fanno qui il loro debutto e oltre lâ85% sono inediti ed esposti per la prima volta, con le piĂš accattivanti opere di Ben Enwonwu, Alexis Preller, Irma Stern, Amoako Boafo, Sydney Kumalo, Pascale Marthine Tayou e Ouattara Watts.
Ă interessante inoltre sottolineare che le vendite di Modern & Contemporary African Art, dalle opere diversificate e significative, hanno raggiunto oltre 130 record dâasta dallâinaugurazione della categoria nel 2017, presentando delle selezioni diversificate e significative dove si affiancano opere emblematiche del modernismo africano a opere pioniere di artisti contemporanei.
Inoltre negli ultimi anni, il mercato internazionale delle aste di arte africana è sempre piĂš cospicuo e in continua crescita. Ad esempio, con lâultima selezione dedicata, Sothebyâs ha guadagnato oltre il 50% della quota di mercato mentre nello scorso ottobre, la maison ha stabilito un nuovo record di vendita per unâartista di origine africana con lâopera Untitled di Julie Mehretu, battuta allâasta per $ 9,3 milioni nella sua sede di Hong Kong. Nello stesso mese, a Londra, anche la pittrice britannico-ghanese Lynette Yiadom-Boakye ha battuto il suo record con lâopera Six Birds in the Bush venduta per $ 3,6 milioni. A novembre invece, da Sothebyâs New York ancora lâartista Julie Mehretu ha fissato un nuovo record per ben $ 10,7 milioni, stavolta con lâopera Walkers With the Dawn and the Morning.
Da un punto di vista piĂš totalizzante, si può notare il consolidamento di diverse istituzioni dedicate allâarte africana come la fiera dâarte internazionale 1-54 Contemporary African Art Fair e la Art X Lagos, insieme alla presenza sempre crescente in istituzioni preesistenti, come nella prossima edizione della Biennale di Venezia, con i nuovi padiglioni Marocco e Benin. ÂŤOra, piĂš che mai, sembra un momento incredibilmente eccitante per acquisire opere dâarte africana, gli artisti del continente continuano a prendere dâassalto il mondo dellâarte, con importanti inaugurazioni di musei e mostre istituzionali, e ad aumentare la rappresentanza nelle fiere dâarte e nelle gallerie in tutto il mondoÂť, commenta Hannah OâLeary, responsabile dellâarte africana moderna e contemporanea di Sothebyâs.
Tra le opere piĂš attese del catalogo, câè il ritratto dellâartista sudafricano Alexis Preller Portrait of the Artist as a Visionary del 1972, dove le calde campiture alternate a quelle fredde compongono un vivace gioco di contrasti. Attualmente, Preller è anche il protagonista con una sua retrospettiva presso la Norval Foundation di CittĂ del Capo, e la sua opera presenta una delle stime piĂš alte, ÂŁ 200.000-300.000. Al suo fianco, lâopera del giovanissimo artista ghanese Amoako Boafo Standing Nude del 2015, dove si ritrae leggendo il testo-manifesto fondamento di Franz Fanon I Dannati della terra, rivolto alla lotta decoloniale e allâemancipazione delle societĂ oppresse ponendosi al centro della narrazione (ÂŁ 100.000-150.000). Boafo è comparso nelle aste da pochissimi anni ma con dei numeri fin da subito impressionanti, in particolare nel 2021 dove battĂŠ il record da Christieâs da ÂŁ 3,4 milioni.
La natura morta Still Life with Watermelon and Dahlias dellâartista sudafricana Irma Stern, del 1937, dalle pennellate espressionistiche che dinamiche si alternano componendo unâimmagine vibrante e luminosa, riconoscibile nel genere delle still life (ÂŁ 100.000-150.000); un dipinto dellâambita serie Africa Dances di Ben Enwonwu del 1978 che raffigura la cultura della danza tradizionale nigeriana attraverso dinamiche figure femminili (ÂŁ 50.000-70.000); insieme allâopera scultorea in bronzo di Sydney Kumalo St Francis del 1962, una delle piĂš ricercate (ÂŁ 30.000-50.000), dove il Santo dâAssisi, dai tratti del viso che rimandano alle maschere africane, incarna qui sia il simbolismo cristiano che quello africano: con una mano tiene stretta a sĂŠ una colomba come segno di pace, mentre lâaltra punta in alto vittoriosa con un gesto che rimanda al saluto del black power, simbolo di solidarietĂ e resistenza adottato durante lâapartheid.
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