Domenico Gnoli, Alighiero Boetti, Lucio Fontana, ma anche Giorgio Morandi, Salvo, Maurizio Cattelan, Piero Dorazio, Henryk Stazewski. C’è un’eco di grandi nomi tra le sale dorate di Palazzo Serbelloni, a Milano. Sotheby’s inaugura la stagione autunnale con la sua Contemporary Auction, sulla scia dei successi milionari in giro per il globo. Quando: mercoledì 23 novembre. I protagonisti: 62 lotti italiani e internazionali, con una certa predilezione per i lavori nostrani. «La vendita di Arte Contemporanea di questa stagione è scandita da una serie di opere notevoli di alcuni dei più grandi artisti italiani del passato e del presente», racconta Marta Giani, Head of Italian Sales, Contemporary Art, Europe. «Insieme», prosegue, «offrono una panoramica di alcuni dei momenti artistici italiani più vivaci, in dialogo con opere fantastiche create nello stesso periodo da artisti a loro contemporanei in Europa e altrove».
Primo lotto d’eccezione, Le Canapé Bleu di Domenico Gnoli realizzato nel 1964, l’anno della mostra-svolta negli spazi parigini del gallerista André Scholler. Lo abbiamo già visto nel corso della retrospettiva straordinaria che Fondazione Prada ha allestito a cavallo tra il 2021 e il 2022 (qui), di grandi dimensioni, con quel misto di acrilico e sabbia su tela che costituisce un mondo a sé stante, atemporale, perfetto, a tratti spaventoso («in attesa» – recita il catalogo – «che accada qualcosa che non deve accadere»). La stima: € 1-1.5 milioni. Niente male per un’artista di cui, proprio Sotheby’s Milano, detiene il record italiano. Ancora insuperato dai tempi in cui, nel 2016, un altro Sofa faceva schizzare le aggiudicazioni fino al tetto di € 2.6 milioni.
Momento d’oro anche per Alighiero Boetti, proprio questa settimana, da Sotheby’s New York, la sua Mappa su sfondo avorio ha trovato un acquirente per la cifra monstre di $ 8.8 milioni (qui). Nell’avamposto di Milano, una Colonna del 1968, tutta realizzata con centrini di carta da pasticceria, tenta la rivalsa italiana. «Gli chiesi perché facesse cadere i fogli di carta uno alla volta, quando avrebbe fatto prima se li avesse messi a blocchetto», scriveva l’artista Mario Cresci. «Mi guardò e mi disse che non avevo capito nulla. “Ogni volta che faccio un gesto, penso. Penso alla mia vita, agli amici, a tante cose”». La valutazione degli esperti? € 1-1.5 milioni. E la serie è la stessa dell’esemplare che, nel 2014, fissava un record per l’artista, con un’aggiudicazione – a lungo incontrastata – da $ 3.9 milioni.
Si cambia pagina, ancora una superstar italiana. Ci sono ben 6 lavori di Lucio Fontana nel catalogo di Sotheby’s, ripercorrono magistralmente la sua ricerca creativa. Occhi puntati su Concetto Spaziale, New York, lavoro iconico del 1962, offerto in catalogo con una stima di € 500.000-700.000. E poi ancora su un’opera analoga, sempre del 1962, stavolta in una veste densa, pastosa, di un rosa acceso. La resa è straordinaria: Fontana la plasma, la incide, insiste e affonda la mano, crea uno schianto tra quel colore delicato, quasi sensuale, e la violenza delle ferite inferte sulla tela. Non ha mai incrociato lo sguardo del pubblico Concetto Spaziale; secondo gli esperti, potrebbe raggiungere € 600.000.
Ultimo pit-stop della nostra rassegna, Giorgio Morandi, una – sempre rassicurante – natura morta del 1959. Ancora un’ode alla poesia dell’oggetto, ancora un elogio della bellezza del quotidiano. «Morandi», riporterà Giulio Paolini sul catalogo della mostra dedicata all’artista al Vittoriale, nel 2015, «è un “quadrante” che registra e riporta ore, luci e ombre di ogni giorno, posate sugli oggetti che di quel giorno sono testimoni muti ma sapienti tra le silenziose mura del suo studio». I colori compassati, mai prepotenti, le bottiglie ripetute come placide figure umane. La stima della casa d’aste: una cifra compresa tra € 700.000 e € 1 milione.
Appuntamento a mercoledì, ore 18, con gli esiti finali di Sotheby’s Milano. Occhi puntati sul sofà blu di Domenico Gnoli.
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