Moody’s, agenzia di rating che fa ricerche sulle aziende e sul loro stato di salute, per favorire gli investitori, ha reso pubblico lo scorso 28 settembre un dossier su Sotheby’s che ha messo in allarme il mondo dell’arte.
Pare che la storica casa d’aste non goda di ottima salute, come sembrava fino a due giorni fa, e che il suo debito sia da tenere d’occhio, nonostante le ottime speranze riposte nella stagione autunnale di vendite.
Moody’s nel suo report ha osservato che Sotheby’s ha ampliato la sua linea di credito rotativo per due volte in pochi mesi, con l’ultimo aumento di 485 milioni nel mese di giugno, sotto la pressione dei suoi investitori attivisti, tra cui il regista e manager di hedge fund Dan Loeb, per aumentare la redditività.
Ora il credito rotativo totale dell’azienda ora è pari a 1,3 miliardi, consentendo ai clienti di prendere un prestito fino a un miliardo di dollari, in rialzo rispetto ai precedenti valori anche in termini di percentuali. Il cliente infatti può chiedere un prestito alla casa d’aste pari al 60 per cento del valore dell’opera che offre in vendita.
Ma come si legge nel report “anche se i guadagni del segmento finanziario generano i più alti margini e sono pronti a continuare a crescere rapidamente, Sotheby’s sta sacrificando il proprio bilancio per sostenere il suo portafoglio crediti”. Come osserva Margaret Taylor, vice presidente di Moody’s, «il mercato dell’arte è fortemente ciclico, il punto non è ‘se’, ma si tratta di ‘quando’ ci sarà un ciclo verso il basso». Quando accadrà, il rapporto tra debito e reddito potrebbe portare a un downgrade di Sotheby’s (Ba2 stabile) da Moody.
La preoccupazione è alta, perché il livello del debito, ora è molto più alto di quello del 2008, quando iniziò il più recente momento di crisi del mercato. Sotheby’s per ora si cela dietro un no-comment. (Roberta Pucci)