Solo un anno fa, da Christie’s, a Londra, la sua Sottrazione a tinte tenui faceva urlare al record, dopo 7 anni di titolo incontrastato da parte di una Colonna da $ 3,9 milioni. Risultato: $ 4,6 milioni (qui). Pochi mesi dopo, lo scorso ottobre, una Mappa del 1978 conquistava la medaglia d’argento delle aggiudicazioni dell’artista (prezzo: $ 4,2 milioni), mancando per poco il traguardo assoluto. Ma – si sa – le cose cambiano svelte, nel teatro delle aste internazionali. E così, mentre la migrazione della prossima Thinking Italian di Christie’s da Londra a Parigi si fa ufficiale, ecco che Sotheby’s cala l’ennesimo asso a sorpresa: è in arrivo un nuovo pezzo da record di Alighiero Boetti, una Mappa datata 1989-91. Passerà sotto il martello il prossimo 16 novembre, nel corso della Contemporary Evening Auction di New York. La stima? Superiore agli $ 8 milioni.
«Questa Mappa», rivela Claudia Dwek, Chairman, Contemporary Art, Europe, «è senza dubbio l’opera più significativa e magnifica della importante serie creata da Boetti e una vera e propria testimonianza della lungimiranza collezionistica di Carraro. Per molti anni consecutivi i capolavori italiani sono stati al centro della scena nelle nostre sale d’asta di tutto il mondo, battendo la bandiera dell’Italia e rappresentando l’importante ruolo svolto dai principali artisti del nostro Paese durante il XX e il XXI secolo. È molto emozionante portare quest’opera in un tour globale che inizia a Dubai, prima che venga offerta a New York a novembre, rendendo il tema del mappamondo ancora più pertinente».
L’unica Mappa con lo sfondo avorio, 259 x 580 cm di grandezza. Lungo i bordi superiore e inferiore, in italiano e in inglese, la scritta «Made in Peshawar Pakistan by Afghan people in 1989 and 90 and 91»; quasi una cornice della memoria, una certificato impresso, su misura, che ricorda per sempre le ore, i giorni, le settimane e gli anni serviti per creare il suo mondo ricamato. «Un’opera di dimensioni cosmiche», lo diceva lo stesso Boetti, «che vede ogni nazione rappresentata nella forma geografica della sua esistenza e nella gioia dei colori della sua bandiera». La provenienza? Ovviamente ben tracciata: è appartenuta alla Fondazione Carraro, la raccolta di capolavori novecenteschi assemblati insieme da Chiara e Francesco Carraro (alcuni sono esposti permanentemente alla Galleria d’arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, solo per rendere l’idea).
«Data la familiarità e la forza di persuasione del mappamondo, potremmo facilmente dare l’immagine per scontata», dice Kelsey Leonard, Head of Sotheby’s Contemporary Evening Auction in New York. «Boetti ha avuto la lungimiranza di guardare quell’immagine e leggere il significato e il potere insito nel modo in cui raffiguriamo il nostro mondo attuale – e le forze in continua evoluzione, globali e politiche, che alterano quella rappresentazione attraverso il tempo. Nei cinquant’anni trascorsi da quando Boetti ha concepito la sua serie di Mappe, la globalizzazione ha trasformato il mondo dell’arte e questa serie è diventata una struggente documentazione storica, che traccia paesi, territori e visioni che oggi non esistono più. Negli ultimi cinque anni, solo sei Mappe sono state battute all’asta; la qualità e l’importanza di questo esemplare rappresentano un momento cruciale».
Appuntamento al 16 novembre, con il planetario ricamato di Boetti. Che poi, chissà in quale parte del mondo finirà.
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