Categorie: Mercato

Stranger Things! Gli oggetti più curiosi passati all’asta (nel I semestre 2023)

di - 3 Agosto 2023

Mirabilia, meraviglie, oggetti straordinari. La verità è che oggi, all’incanto, quasi tendono a non sorprenderci, persi senza scampo tra una moltitudine di parole declinate all’eccesso – non di rado «rarissimi», sempre «iconici», ovviamente «d’eccezione». Tutto è in vendita sotto il martello famelico delle aste, nulla escluso. Perfino i dinosauri, ormai, sembrano acquisire una certa routine. Prima il T-Rex Stan, che con i suoi 12 metri di altezza raggiungeva nel 2020 il record vertiginoso di $ 31,8 milioni. Poi a ruota il triceratopo Big John da Drouot (€ 6.5 milioni), l’Othnielosaurus e l’Hypacrosaurus venduti dall’italiana Cambi (andati ciascuno per € 300.000), fino agli esemplari più recenti – si fa per dire – passati all’asta nel primo semestre 2023, come il Plesiosauro Nessie aggiudicato da Sotheby’s, sul finire di giugno, per $ 3.9 milioni. E non finisce qui. C’è un Teropode carnivoro tra i protagonisti dei primi sei mesi dell’anno, ha conosciuto la gloria quest’estate da Giquello, a Parigi (€ 467.300), in ottima compagnia con un cranio di mammut (€ 156.00), con due sculture di Fontana (€ 143.000), con un elmo samurai di inizio Seicento (€ 24.700) – in pieno stile cross-category, generi più ampi per attirare i più ampi investitori. A proposito di lotti insoliti: c’era anche una parola in vendita in quella stessa asta parisienne; quale, non è dato saperlo, quasi un segreto trasmesso dall’artista Alberto Sorbelli al migliore offerente. «Contrariamente al solito», spiegavano allora dalla casa d’aste, «il vincitore non si aggiudicherà un oggetto, ma sarà l’unico detentore della chiave del mistero di questo scambio». Verdetto finale: € 10.400.

Dalle lucertole giurassiche ai meteoriti, dalle ammoniti iridescenti alle uova di Koller International Auctions, dritti e diretti fino al fetish di chi vuole accaparrarsi un oggetto appartenuto a chissà quale superstar. Vedi il maglione con la pecora nera sfoggiato da Lady Diana nel 1981, il prossimo settembre andrà all’asta da Sotheby’s per $ 50.000-80.000 – preceduto a gennaio da un abito viola della principessa del Galles, ben $ 604.800 di fatturato. O ancora la sfilata di cimeli legati a Freddie Mercury, come il testo scritto a mano di We Are The Champions (stima: £ 200.000 – 300.000) e l’iconica corona con mantello in velluto rosso indossati durante l’ultimo tour con i Queen (stima: £ 60.000 – 80.000). Ce n’è per tutti i gusti, tra i meandri degli incanti. Incluso l’anello indossato da Tupac, una corona tempestata di diamanti e rubini che appena una settimana fa, da Sotheby’s, trovava un acquirente – il rapper Drake – per oltre $ 1 milione; incluso ancora il Patek Philippe dell’ultimo imperatore Qing, quell’Aisin-Gioro Puyi celebrato da Bernardo Bertolucci che ha trovato da Phillips, a maggio, un nuovo polso per $ 6.2 milioni. Ancora e ancora.

“Nessie”, Mounted Plesiosaur Skeleton. Courtesy of Sotheby’s

Tutto è in vendita, ben oltre dipinti, disegni e sculture. A luglio, l’americana Heritage Auctions – che dei memorabilia, in effetti, ha fatto un vero marchio di fabbrica – esitava una serie di oggetti di scena provenienti dal set cult di Star Wars, tra spade laser e caschi imperiali. E così lo studio cinematografico indipendente A24, che lo scorso marzo metteva all’asta una selezione di 43 oggetti del film Everything Everywhere All at Once (allora candidato a 11 Premi Oscar), a partire da un pupazzo di procione da $ 90.000. I prezzi, come sempre, tutti stellari: «Le aste creano nuovi valori e trasformano il desiderio in feticismo», lo dice senza troppi giri di parole il critico Jerry Saltz.

Capita in effetti che la bulimia dell’acquisto si scontri non di rado con il buon gusto, talvolta anche con l’etica, col decoro. A maggio, una testa mummificata ritrovata in Egitto è stata messa all’incanto nell’Oxfordshire, dalla casa d’aste Swan Fine Art. Una testa umana di 2800 anni, rivela di preciso la datazione al radiocarbonio, prelevata da un soldato inglese durante la Prima Guerra Mondiale e poi custodita per decenni sotto una teca di vetro – tramandata di padre in figlio come un tradizionale cimelio familiare. La stima? Fino a £ 20.000. Ma ecco la svolta: l’Egitto sta adottando tutte le procedure necessarie, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e le autorità del Paese, «per esaminare il certificato di esportazione del manufatto e sapere come ha lasciato l’Egitto», ha dichiarato Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities. Asta rimandata, esito sospeso.

Importante vaso lunare in porcellana bianca, Dinastia Joseon, XVIII secolo. Courtesy of Christie’s

Di pari passo, nelle aste – per così dire – tradizionali, si inseguono senza sosta i record all’ultimo milione, senza limiti tra una piazza e l’altra dell’art market globale. Ed eccoli: un ragno di Louise Bourgeois da $ 32.8 milioni, un Basquiat da $ 67 milioni, un Beato Angelico da £ 5 milioni. Eppure Bonhams, che da gennaio a giugno ha dichiarato un fatturato monstre di $ 550 milioni, rivela che tra i suoi lotti più cari ci sia la spada di Tipu Sultan, il re indiano che governò il regno di Mysore tra il 1782 e il 1799. Il suo prezzo, a fine maggio: ben £ 14 milioni. Dal canto suo, ad aprile, la major Sotheby’s ha registrato un nuovo record per un paio di sneakers all’incanto, le Air Jordan 13 “Breds” indossate da Michael Jordan nelle finali Nba del 1998 ($ 2.2 milioni). E non mancano di certo sprazzi «fuori dal comune» per Christie’s, che a marzo vendeva un rarissimo Moon Jar del XVIII secolo, un vaso bianco, lattiginoso, lucente, qualche increspatura tenue qua e là, come fosse la superficie lunare. Prezzo: $ 4.6 milioni. Rarissimi, iconici, d’eccezione, si diceva. Eppure, straordinariamente quotidiani.

Freddie Mercury’s Crown and accompanying cloak. Courtesy of Sotheby’s
The Bedchamber Sword of Tipu Sultan (reg. 1782-1799). Courtesy of Bonhams

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