Non una replica delle performance fuori misura del 2022 – questo lo sapevamo. Sembra che l’autunno della Paul Allen Collection sia un già un ricordo lontano, nel ritmo famelico dell’art market internazionale. Eppure si è consumata un’altra battaglia, tra i grattacieli di New York. È arrivata puntuale, nonostante la stanchezza, le incertezze geopolitiche, e ha messo a segno una sfilza di record, di aggiudicazioni milionarie, nel pieno dell’anno della “normalizzazione”. Prima con quella collezione Landau così contesa dal “duopolio” Sotheby’s-Christie’s – la prima ha avuto la meglio, è il chairman Oliver Barker a guidare la serata, nell’Eastside di Manhattan. Ed eccoli i top lot: Femme à la montre di Picasso venduta per $ 139,4 milioni, assegnato un Mark Tansey per $ 11,8 milioni, trova un nuovo proprietario anche Agnes Martin, che triplica la stima fino a quota $ 18,7 milioni, più del record fissato dall’esemplare della Macklowe Collection nel 2021; il tutto ovviamente ben tornito di garanzie a sette o otto cifre, per scongiurare eventuali flop colossali. Risultato finale: $ 406,4 milioni (ve ne parlavamo qui). Vale a dire l’asta più cara dell’anno – e poi quella più preziosa, in assoluto, appartenuta a una collezionista donna. Applausi in sala.
Il giorno dopo, la controffensiva oculata di Christie’s – che già prima aveva segnato un inizio tiepido della sessione newyorkese, con la sua 21st Century Evening Sale andata per $ 88,4 milioni di martello ($ 107,5 milioni con le commissioni), sotto il pronostico di $ 93-134,2 milioni. Per onore di cronaca: a ravvivare la saleroom, quella sera, non sono stati gli altisonanti artisti blue-chip, super garantiti, né il Twombly da quasi $ 20 milioni né il Basquiat da $ 11,9 milioni, al di là dei risultati finali; ma gli emergenti e i giovanissimi, da Jenna Gribbon (nuovo record fissato da Regarding Me Regarding You and Me a $ 478.800, un numero che in sé non dice niente, senza considerare che il suo turnover è schizzato da $ 133.120 nel 2021 a $ 1,5 milioni nel 2023, e che prima del 2020 non era mai apparsa all’asta) alla cornucopia violacea di Jadé Fadojutimi (un altro traguardo, A Thistle Throb ha toccato la vetta di $ 1,7 milioni). Piccolo spoiler: il record di Fadojutimi si aggiornerà ben tre volte, nel corso di una settimana soltanto. Prima con questa performance da Christie’s, appena sei giorni dopo da Sotheby’s con Teeter towards me ($ 1,8 milioni) e il 14 novembre da Phillips con Quirk my mannerism ($ 1,9 milioni). Vedi alla voce: vernice fresca e impennate febbrili.
Ma torniamo alla controffensiva di Christie’s, all’indomani dell’impresa Landau. È una pioggia di nuovi traguardi la 20th Century Evening Sale del 9 novembre, e coincide con il canto del cigno del presidente globale Jussi Pylkkänen, dopo una carriera gloriosa – quasi 40 anni – tra la fila della maison. Al Rockefeller Center, dal rostro, l’auctioneer assegna uno dopo l’altro Recollections of a Visit to Leningrad di Richard Diebenkorn ($ 46,4 milioni, è record), The Musicians di Fernando Botero ($ 5,1 milioni, ancora), un Untitled di Joan Mitchell ($ 29,2 milioni, record, ancora e ancora), Charred Beloved I di Arshile Gorky ($ 23,4 milioni), tre nature morte di Cézanne (rispettivamente, andate per $ 38,9 milioni, $ 10,4 milioni e $ 3,1 milioni). C’era anche il Rothko dei colori del tramonto che a giugno era in vendita da Acquavella, ad Art Basel, questa volta è volato a $ 46,4 milioni. Poi la superstar della serata, quelle monumentali ninfee di Monet del 1917-19 che da Christie’s hanno raggiunto i $ 74 milioni (un esemplare analogo, nel 2021, da Sotheby’s, passava di mano per $ 70,4 milioni). È il risultato più alto, complessivamente, per una vendita senza proprietario dal novembre 2017 – $ 640,8 milioni attuali vs i $ 785,9 milioni di allora, era la notte del Salvator Mundi, solo per rendere l’idea.
Prosegue l’escalation degli incanti, siamo a metà dell’impresa. 13 novembre, un altro record, stavolta messo a punto dalla major Sotheby’s: la Ferrari GTO Tipo 1962 supera gli innamorati volanti di Chagall ($ 15,6 milioni, il terzo prezzo più alto per l’artista), le campiture intense di Rothko ($ 23,9 milioni), La Patience di Balthus ($ 14,7 milioni), tutti doppiati nel lampo di una sera; perfino un Peupliers au bord de l’Epte ($ 30,8 milioni) e le tinte tenui di Le Moulin de Limetz, che ha fatto il suo debutto all’asta e ha polverizzato la sua stima minima, fino a quota $ 25,6 milioni – entrambi di Monet. Sfilano nel corso della stessa serata, prima la rossa, poi i grandi maestri, senza distinzioni; eppure è il settore Luxury ad avere la meglio, a riconferma di un trend che vede diamanti, orologi, vini e motorcars sulla cresta dell’onda, in un 2023 di stime parche e revisioni.
14 novembre. Fa capolino Phillips nell’Olimpo dei giganti, lo fa con nomi di prim’ordine. Prima con i capolavori della Triton Collection Foundation, $ 84,7 milioni in totale, guidata da Le 14 juillet di Fernand Léger ($ 17,6 milioni). Poi con gli altri highlights della The New York Evening Sale, da un Abstraktes Bild (636) di Gerhard Richter, in testa all’asta con $ 35 milioni, fino al nuovo world record di Jadé Fadojutimi, oltre $ 1,9 milioni per le sue linee astratte in Quirk my mannerism – terzo aggiornamento della sua classifica in una settimana. Finale di partita: $ 155 milioni. «L’asta segna il secondo totale di vendita più alto nella storia di Phillips», comunica Robert Manley, Deputy Chairman e Worldwide Co-Head of 20th Century & Contemporary Art della maison, a poche ore dalla chiusura. E non è ancora la fine. Il giorno dopo è Bonhams a riprendere i discorsi, dall’alto delle majors con fatturato (2022, s’intende) oltre il miliardo. In prima linea i surrealisti beyond reality, poi gli impressionisti e l’Arte Moderna, il 16 novembre è il turno di Post-War e Contemporary Art. Tra i pezzi forti un Helen Frankenthaler del 1964, Alchemy, venduto per $ 2,9 milioni e Fernando Botero, Sobre Cézanne, il martello batte oltre il milione.
Gran finale. È Sotheby’s, idealmente, a chiudere le danze delle settimane di Manhattan. Phyllis Kao dirige l’orchestra di The Now, è il suo debutto sul rostro – e già fioccano tra gli esperti i pronostici di una lunga carriera. Come inizio, niente male: 10 record d’asta, da Julie Mehretu ($ 10,7 milioni) ad Ad Reinhardt ($ 3,6 milioni); 9 lavori venduti per oltre $ 10 milioni; $ 55,2 milioni totali, con gli immancabili guanti bianchi finali, simbolo inequivocabile del «tutto venduto» – scroscia l’applauso in sala. Cambio di guardia con Oliver Barker, spazio ai giganti. Occhi puntati sul magnifico Abstraktes Bild infuocato di Gerhard Richter, che «riunisce in modo vivo e vitale gli elementi più disparati e reciprocamente contraddittori, vivi e vitali, nella massima libertà possibile» (lo diceva l’artista), il verdetto è di $ 31,9 milioni; ancora, per Honduras Lottery Co di Frank Stella, i suoi quadrati concentrici, a tratti ipnotici, arrivano fino a $ 18,7 milioni, è il secondo prezzo più alto per l’artista statunitense; la fine – la fine, per davvero – la rievochiamo al termine con La Fine di Dio, di Lucio Fontana. La forma ovoidale, una tela bianca visceralmente lacerata, quasi una superficie lunare. Non solchi, ma buchi, passa l’infinito da lì. Esito finale: $ 20,6 milioni. Ma anche $ 1,1 miliardi complessivi per Sotheby’s, $ 864 milioni per Christie’s, raggiunti nell’arco di sole due settimane, tra garanzie dei colossi e impennate dei giovani della pittura. That’s a wrap, New York. E la palla passa subito alle case d’aste italiane.
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…