91 gallerie, di cui 13 al loro debutto. Una selezione di opere straordinarie che saranno esposte a TEFAF New York, senza limiti tra arte moderna e contemporanea, gioielli, antichità e oggetti di design. Dove: al Park Avenue Armory. Quando: dal 12 al 16 maggio 2023, con preview VIP su invito l’11 maggio. «Ogni anno è unico», dichiara alla stampa Bart Drenth, Global Managing Director, «è emozionante lavorare con una schiera di galleristi di tal livello nel presentare oggetti di qualità museale e portare avanti l’eredità di TEFAF: condividere opere per ispirare gli amanti dell’arte di tutto il mondo».
Tra i protagonisti del nuovo anno anche alcuni nomi con sede (anche) in Italia, da Massimo De Carlo a Tornabuoni Art, da Mazzoleni a Galleria Continua. Qualche anteprima? Si parte da un nudo di Egon Schiele, un disegno del 1917 realizzato solo un anno prima della morte prematura dell’artista – qui ritratto come una figura nodosa e allampanata, seduta sul pavimento, completamente nuda. A esporre l’opera è Richard Nagy Ltd, tra le nuove gallerie di TEFAF New York del 2023. Non poteva mancare Alighiero Boetti, che fa scintille all’asta, in giro per il globo. A Tefaf New York, Tornabuoni Art propone Senza titolo (Tra l’incudine e il martello…), datato 1989. Tra i gioielli selezionati dagli stand, anche un paio di preziosi orecchini Hemmerle in diamanti, alluminio anodizzato, oro bianco, che richiama elegante un ramo d’albero con le sue foglie.
Cambio di categoria, ancora e ancora. C’è la statua di un dioscuro di Galerie Chenel tra gli highlights dell’edizione di maggio, un busto maschile in marmo in posizione frontale, con la gamba destra piegata e la sinistra a reggere il peso del corpo, risale al I secolo d.C. Ancora, menzioniamo Fausto Melotti tra gli artisti di punta di Mazzoleni, con una delle sue «sculture mobili e gabbie in fil di ferro» che «dimostrano la sua forte passione per la composizione musicale, chiaramente riscontrabile nei motivi e nelle strutture ritmiche ricorrenti». E il design? Ovviamente è ben rappresentato. Come nel caso del tavolino di Gio Ponti nel booth di Geoffrey Diner Gallery, originariamente progettato nel 1951 per l’appartamento milanese Casa Lucano, il cui interior design – decisamente d’impatto – era frutto di una collaborazione tra Ponti e Piero Fornasetti.
L’appuntamento è a metà maggio, negli spazi di TEFAF New York. Parola d’ordine: massima qualità.
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