«L’oro è sempre stato rappresentato in forma solida, mentre la fluidità di questo nuovo oro in movimento trasforma anche la fluidità della nostra mente, proiettandola verso la luce del futuro». Fabrizio Plessi
Venezia 2021. Esattamente un anno fa, veniva inaugurata l’Età dell’oro di Fabrizio Plessi, in collaborazione con Dior. Cascate d’oro dovevano illuminare la città lagunare e la quinta scenica di Piazza San Marco, emergendo dalle finestre di Palazzo Correr. Ad un anno di distanza il maestro, capofila indiscusso della video arte europea, torna per annunciare il lancio della nuova creatura digitale: The Golden Age. La sua ricerca, che negli oltre 50 anni di carriera ha cercato con costanza un linguaggio artistico sempre nuovo e attuale, si rinnova ancora una volta attraverso l’idioma contemporaneo degli NFT e l’utilizzo della tecnologia blockchain, il medium più adatto per rappresentare il flusso di «una nuova realtà liquida e digitale».
Il 18 novembre l’artista, in collaborazione con Nifty Gateway, svelerà i 5 pezzi unici che andranno a costituire il nucleo della sua prima collezione NFT, con 5 aste (una per ogni pezzo) che avranno durate variabili tra le 24 e le 120 ore. L’oro sarà il protagonista indiscusso. «In un’era incerta e buia come quella che stiamo vivendo, c’è bisogno di qualcosa di prezioso, qualcosa che emani luce e speranza», qualità simbolo, queste, del più prezioso tra i metalli.
Fin dal 1968, anno d’esordio, Plessi ha sempre lavorato con i materiali tipici della natura – acqua, aria, fuoco, terra – e tutti hanno sempre avuto un minimo comune denominatore: la liquidità , sempre associata al medium elettronico/tecnologico. Liquida è la vita, la sua scorrevolezza, la continua mutazione ed il continuo divenire, ma lo sono anche l’informatica, l’elettronica e l’immediatezza, tipiche dell’era digitale che stiamo vivendo. Realtà fisica e realtà cablata, facce diverse (e sorelle) della stessa medaglia.
Ad un certo punto Plessi non si è più servito del video e dello schermo come medium o meri esperimenti tecnologici, ma li ha resi materiali da lavoro veri e propri, pezzi imprescindibili delle sue creature artistiche che avevano il dovere di incantare, affascinare e straniare lo spettatore. Sono diventati specchi, al di là dei quali ha preso forma una realtà parallela, in continuo movimento e in continua espansione. Una realtà sovratemporale e sovrastorica. I 5 pezzi unici della collezione potranno, su richiesta, essere scambiati per le loro versioni fisiche in modo da trasformare The Golden Age in un’esperienza coinvolgente, dando la possibilità all’artista di rinnovarsi e misurarsi con gli strumenti del futuro. Non più solo arte ma crypto arte.
Ancora una volta Plessi si mette in gioco per attualizzare il suo linguaggio e sorprendere il pubblico servendosi della novità assoluta, perché gli NFTs «rappresentano un nuovo medium e con loro la possibilità di creare opere che possano colpire una audience diversa da quella dell’arte tradizionale». Non ci rimane che aspettare il 18 novembre e goderci lo spettacolo !
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