È Delfina Delettrez Fendi la guest curator della Contemporary Curated Milan di Sotheby’s. Il suo nome si lega al fenomeno dell’orecchino singolo, ai bracciali one of a kind, alla serie di gioielli “anatomici” con nasi e labbra, al motivo dell’occhio Vittoriano lover’s eye. E non è tutto, perchè Delfina è anche la più giovane designer entrata a far parte del Musée des Arts Décoratifs del Louvre, con due creazioni acquisite dalla collezione permanente, l’anello Kiss a frog e il bracciale Original Sin. Se potesse preservare un’opera d’arte dalla distruzione, dice, salverebbe senz’altro le pitture rupestri di Lascaux. Insomma, è proprio lei, eclettica e un passo avanti alle mode, a selezionare per Sotheby’s 15 opere da mettere all’asta, con una varietà straordinariamente in linea con il suo stile ricercato e multiforme.
«Fin da giovanissima», racconta la fondatrice e direttrice creativa del brand Delfina Delettrez, «mi è stato insegnato che tutti gli oggetti hanno emozioni. Una sedia non è solo una sedia, né un dipinto è solo un dipinto: tutti hanno il potere di stimolare l’immaginazione, assumendo nuovi significati, ben al di là della loro esistenza materiale. Mi sono dedicata a questa edizione di “Contemporary Curated Milan” così come mi relaziono al mio lavoro e al collezionismo, attratta dalle opere più evocative. Il mio cuore ha scelto Cesare Tacchi, ne ho uno a casa ed adoro la morbidezza della sua forma e il suo materiale. Quando penso a questo lavoro, immagino di essere immersa in una conversazione telefonica con una persona cara. L’arte può offrire una fuga dalla realtà e spero che questi lavori aprano qualche porta a tutti, proprio come è successo a me, invitandomi all’indagine e all’approfondimento».
Ed eccola allora la sua personalissima selezione. Ci sono Joan Miró, Robert Rauschenberg, Carla Accardi, Lucio Fontana; e poi Luigi Ontani, Fortunato Depero e molti altri ancora. Il suo lotto preferito è Col Telefono di Cesare Tacchi, mentre a guidare la scelta dello Schifano è stato un ricordo d’infanzia: «Quando eravamo piccoli», racconta, «mio fratello aveva un bellissimo dipinto di dinosauro nella sua stanza e sono cresciuta credendo che fosse stato magistralmente dipinto da lui, fino a quando un giorno ho scoperto che in realtà era un’opera del genio di Schifano!». Delfina stravolge le regole, unisce, divide, toglie, con fare quasi concettuale: «Amo fare l’alchimista», la riassume lei.
L’erede di quarta generazione di Fendi si aggiunge così a una serie di curatori d’eccezione, che insieme agli esperti della casa d’aste hanno apportato una chiave di lettura sempre originale agli appuntamenti della maison. Tra gli altri Erdem, Margherita Missoni, Oprah Winfrey, Kim Jones e, recentemente, Virgil Oblah e Fai Khadra. Anche stavolta, l’occhio di Delfina Delettrez Fendi andrà a sommarsi al gusto senza tempo di Sotheby’s, che dal 10 al 17 dicembre metterà in vendita 114 opere a partire dai 400 euro (qui il catalogo completo). «Non ci fermiamo mai, ma mutiamo e ci adattiamo» è lo spunto creativo di Delfina, e l’incanto di Milano sembra raccontarlo alla perfezione.
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