C’era un volta un ex cattolico, gay, che faceva fatica a relazionarsi con le autorità, soprattutto quella paterna, il cui desiderio era essere un grande pittore. Il suo nome era Francis Bacon, e la sua arte è conosciuta in tutto il mondo. Questa storia ha l’aspetto di una favola, ma dal sapore amaro, si sa che Bacon ha fatto dei suoi tormenti, e del dolore umano la sua cifra stilistica, sicuro di conoscere bene l’argomento.
La favola reale, si sta consumando da qualche decennio, ogni volta che un dipinto del pittore inglese va all’incanto.
Negli anni sessanta, iniziò a dipingere una delle sue serie più famose, in cui è ritratto il Papa, la prima di queste opere, realizzata nel 1961 per una mostra alla Tate, fu acquistata in asta da Gunther Sachs, che l’ha rivenduta poi nel 2005, portando per la prima volta il mercato di Bacon nella storia, con il record di 18 milioni di dollari, allineandosi alle cifre dei blue chip artists
Study for a Pope I, andrà di nuovo all’asta a Londra il prossimo 1 Luglio da Sotheby’s e potrebbe vendere per una cifra che va dai 38 ai 53 milioni di dollari, cifra che potrebbe superare l’ultimo record di 42 milioni per un dipinto di Bacon, senza considerare il Trittico che ritrae Lucian Freud.
Ma è proprio a Bacon che viene dato merito del crescente interesse del mercato per gli artisti britannici, come conferma Oliver Barker presidente di Sotheby’s Europa, ‹‹gli artisti della scuola londinese, come Freud, Frank Auerbach e Leon Kossoff stanno acquistano un grande interesse internazionale. Va considerata anche la crescita economica che ha permesso al mercato dell’arte di essere alla portata di 18 paesi del mondo, contro i 3 di qualche anno fa, trasformando anche questo in un mercato globale››. (Roberta Pucci)