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C’è un Bernini all’asta da Sotheby’s
Mercato
A gennaio Sotheby’s fa scintille a colpi di capolavori antichi. Dopo un Botticelli da 80 milioni (qui) e un Rembrandt tra i «dipinti meglio documentati dell’artista» (qui), la maison rivela Autumn, la scultura realizzata da Gian Lorenzo Bernini e da suo padre Pietro, proveniente dalla collezione di Hester Diamond. La stima? Secondo la casa d’aste, una cifra compresa tra gli 8 e i 12 milioni di dollari.
L’alunno supera il maestro: Gian Lorenzo e Pietro Bernini
Era il 1615 quando un Bernini nemmeno ventenne – ancora troppo giovane per assumere incarichi indipendenti – accettò di scolpire Autunno insieme a suo padre su commissione del principe Leone Strozzi. Nessuno, allora, sospettava si trattasse del più grande scultore dai tempi di Michelangelo, eppure, come spiegano gli esperti, «Autunno tradisce l’abilità virtuosa del giovane genio che ha rivoluzionato la sensibilità manierista antiquata di suo padre».
«Un lavoro di perforazione di tale spontaneità e varietà non si trova nelle sculture di Pietro, o addirittura in quelle di alcun artista prima di Gian Lorenzo Bernini», si legge sul catalogo di Sotheby’s. E ancora: «Autunno cammina in avanti e verso l’alto, tutto il suo corpo è disteso, la sua schiena è inarcata, la sua testa è sollevata e girata; e stringe un ramo per portare alla bocca il frutto maturo. L’intera figura si muove in una traiettoria chiara, continua, ascendente. Non c’è scultura in una posa altrettanto dinamica nel corpus delle opere di Pietro da solo». Ed eccolo, quindi, il momento in cui il Bernini iniziò a brillare davvero, superando il suo insegnante in creatività, dinamismo e bravura: lo riscopriamo da Sotheby’s e potrebbe raggiungere i 12 milioni.
Autunno è un uomo barbuto, un gigante dei boschi, e la sua esistenza è registrata negli inventari di Villa Strozzi fin dal 1652. Lo studioso Andrea Bacchi, in particolare, spiega che la scultura fu esposta nella sala più importante della villa, con tanto di colonna in alabastro a valorizzarla (anziché i piedistalli di legno che sorreggevano altri marmi del palazzo). Insomma, già allora – prima che Gian Lorenzo realizzasse Apollo e Dafne all’età 22 anni – era ben chiaro si trattasse di un assoluto capolavoro.
Hester Diamond: una collezionista senza paura
Quando Hester Diamond (1928-2020) iniziò a collezionare con il suo primo marito, Harold Diamond, si concentrò soprattutto sull’arte moderna, includendo opere di artisti come Pablo Picasso, Constantin Brancusi ed Henry Matisse. Fu solo negli anni Cinquanta, dopo la morte di Harold, che Hester scoprì un’irrefrenabile passione per l’antico e prese a circondarsi dei capolavori di grandi maestri: Dosso Dossi, Girolamo della Robbia, Lorenzo Ghiberti, ma anche Filippino Lippi, Roberto d’Oderisio, Pieter Coecke van Aelst.
L’Autunno di Bernini in vendita da Sotheby’s, in particolare, fu acquistato nel 1991, dopo essere appartenuto agli eredi della famiglia Strozzi fino all’Ottocento, esposto in una collezione privata francese e comprato nel 1988 da Anthony Roth. Passerà sotto il martelletto della maison il prossimo 29 gennaio con l’incanto Fearless, insieme ad altri capolavori della collezione Diamond. Un’asta impavida, imprevedibile, eclettica come Hester, capace di mescolare le bellezze antiche con i lavori contemporanei di Barry X Ball e Bill Viola (qui l’elenco completo delle opere in catalogo). Ma anche conchiglie, scatole antiche, cimeli di Wagner, autografi di compositori, memorabilia e minerali. «Aveva tenuto ferma la convinzione che non solo si dovesse amare ciò che si stava collezionando», spiega il figlio Michael, «ma che questa passione dovesse spingere a continuare a perfezionare, cambiare, curare». A collezionare senza paura.