La sesta edizione di Art Basel Hong Kong, iniziata da ieri con una due giorni di apertura super esclusiva, quest’anno presenta 248 gallerie, il gruppo più internazionale che mai. A differenza dell’edizione europea della fiera, in oriente i ritmi sono molto più rilassati: a detta di tutti questi primi due giorni sono stati proficui, ma senza fuochi d’artificio. Un’esplosione in realtà è stata registrata nello stand di Lévy Gorvy dove è stato venduto un bellissimo dipinto di Willem de Kooning proveniente dalla collezione del miliardario di Seattle e cofondatore di Microsoft Paul Allen. Il dipinto, Untitled XII del 1975, è stato venduto a 35 milioni, senza dubbio tra i lavori più costosi in fiera. Proprio Gorvy ha dichiarato a Bloomberg: “In Asia al livello più alto c’è un piccolo gruppo di collezionisti, molto consapevoli e preparati, in cerca di trofei, che sono il pubblico perfetto per i lavori come quello di de Kooning, che potrebbero spendere centinaia di migliaia di dollari”. Oltre a loro, la maggior parte dei compratori e collezionisti che frequentano i corridoi di Art Basel Hong Kong spende cifre nel raggio di un milione di dollari. Cresce sempre di più il numero di collezionisti che hanno subito il fascino dei grandi collezionisti che negli anni passati hanno aperto musei privati e fondazioni, trasformando la cultura della Cina. Questo ha ispirato molti collezionisti a uscire allo scoperto, che spesso si concentrano sull’arte locale, ma che spesso acquistano anche molte grandi opere d’arte internazionale. Tra le altre vendite che hanno costellato la fiera in questi giorni ci sono il Giorgio de Chirico da Mazzoleni del 1951 prezzato 600mila dollari ad un collezionista di Hong Kong; Hauser & Wirth ha venduto dei lavori di Philip Guston per circa un milione l’uno; infine un lavoro di Lee Ufan è stato venduto da Kukje Gallery per un milione e 700mila dollari.