Un oggetto prezioso, rarissimo, risalente al regno dell’imperatore Qianlong. E anche perfettamente documentato, per di più, con tanto di ricevuta originale. Christie’s annuncia un vaso Doucai (“dai colori contrastanti”) come punta di diamante dell’asta Important Chinese Ceramics and Works of Art, in calendario il 30 maggio 2022. La stima? Una cifra compresa tra HK$ 30.000.000 e 50.000.000.
Un lotto d’eccezione, si diceva, sono pochi i vasi simili in giro per il globo: un Doucai custodito al Walters Art Museum di Baltimora – spiegano gli esperti – è diverso nella forma ma quasi identico nella decorazione; qualche analogia anche con un esemplare del Museo del Palazzo di Pechino, nella Città Proibita, con i suoi incredibili manici chilong che ne impreziosiscono la struttura finale. E non mancano le conferme dal mercato secondario, a partire da un vaso dello stessa epoca che, nel 2011, è stato battuto per £ 9 milioni da Bonhams – 50 cm d’altezza, contro i 52,7 cm del lotto in questione. Da Pandolfini, lo scorso giugno, un raro vaso imperiale della dinastia Qing, Periodo Qianlong, ha raggiunto il tetto di € 1,7 milioni; e risale all’imperatore Qianlong anche quel recipiente a mo’ di sacco, in vetro smaltato, che dalla competitor Sotheby’s, nel 2019, è stato aggiudicato per HKD 207,086,000.
Colori sorprendenti e simbolismo di buon auspicio, con quel motivo ruyi che augura, secondo la tradizione, “tutto ciò che si desidera”. «Si tratta di un Doucai superbamente smaltato», rivelano da Christie’s, «con quattro fiori di loto stilizzati intervallati da altri piccoli fiori sopra gli emblemi dorati – il tutto […] delimitato da una fascia di petali e di pipistrelli stilizzati sopra le nuvole». Sono tanti gli elementi da interpretare, sul groviglio a colori della superficie: il fungo lingzhi, tra gli altri, che appare soltanto al cospetto di un sovrano virtuoso – chiaro omaggio a Qianlong, sovrano “illuminato”, degno della sua visione; e così ancora i pipistrelli, emblema di benessere, di felicità, tutti accalcati, bidimensionali, sopra un cielo in porcellana.
Di quelle che rassicurano musei e collezionisti, esatto, in assenza dell’ormai ultra nota certificazione NFT. La storia del lotto parla chiaro: «La ricevuta originale di questo vaso esiste ancora», riporta una nota ufficiale, «è stata emessa nel 1883 dall’American Art Gallery, una divisione dell’American Art Association di New York City. La ricevuta conferma l’acquisto del vaso da parte della signora Helen Elizabeth Munson Williams (1824-1894), la cui collezione sarebbe poi stata la base per il Munson-Williams-Proctor Arts Institute. L’American Art Gallery vendeva sia dipinti americani che ceramiche asiatiche, che la signora Williams stava acquistando alla fine degli anni ’80 dell’Ottocento, una tipica ricerca dei sofisticati ricchi americani alla fine del diciannovesimo secolo».
Origine preziosa, provenienza certificata, bellezza formale, assoluta rarità: c’è aria di traguardi, sotto il cielo di Christie’s. Aspetto non trascurabile: il ricavato della vendita andrà a beneficio dell’Helen Munson Williams Acquisition Fund, per l’acquisto di nuove opere d’arte per la collezione permanente. Appuntamento al 30 maggio, Hong Kong. Chissà se i pipistrelli portano davvero fortuna.
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