Le fiere d’arte stanno diventando sempre più costose e affollate. Per le piccole e medie gallerie, i rischi e le spese sono ormai insostenibili, schiacciate dai grandi nomi del mercato dell’arte. Future Fair propone a New York un modello alternativo di fiera, rendendo finalmente il sistema del mercato dell’arte più accessibile per tutti.
Ispirata al modello del business collaborativo, l’obiettivo di Future Fair è quello di creare una community compatta di gallerie. Non molte, solo 36 saranno le partecipanti all’edizione inaugurale. Queste saranno chiamate a creare grandi presentazioni di gruppo, evitando la sfilza di micro-stand che affaticano lo spettatore, costretto a spostarsi di continuo.
Future Fair garantisce inoltre di dividere parte dei profitti con le gallerie partecipanti, considerandole azioniste del progetto. Il 35% degli utili verrà infatti destinato alle gallerie per i primi cinque anni. I galleristi potranno decidere se ritirare il denaro o se re-investirlo per le esposizioni future, o anche se sponsorizzare altre giovani gallerie partecipanti.
Le due fondatrici, Rachel Mijares Fick e Rebeca Laliberte, provengono entrambe dal mondo dell’arte. Mijares Fick ha collaborato con Frieze, Laliberte si è occupata di art advisory per alcune gallerie londinesi. Grazie al loro background professionale, conoscono molto bene le esigenze delle gallerie e hanno così creato un progetto in grado di soddisfarle. “Presentando meno espositori, incoraggiamo i visitatori a rallentare, parlare di più con artisti e dealer, entrando maggiormente in contatto con i lavori proposti”, spiega Laliberte in una recente intervista. “Ci permette anche di dedicare più tempo alle singole gallerie, per raccontare le loro storie e quelle degli artisti”.
L’appuntamento è fissato ai Canoe Studios di New York, dal 7 al 9 Maggio. Gli stessi giorni di Frieze Week. Aperta critica al sistema o un modo per attirare lo stesso pubblico? Lo scopriremo presto.
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