Fa il bis Studio la Città, la galleria d’arte contemporanea inaugurata a Verona nel lontano 1969 che già nei primi anni di attività organizzava mostre di Lucio Fontana, Piero Dorazio, Mario Schifano, Gianni Colombo – in buona compagnia con gli artisti stranieri legati alla pittura analitica e minimale, da Robyn Denny a Sol Lewitt. Un anno fa, la galleria lanciava un evento speciale, una vendita all’asta. Fu un successo, sfiorò il sold out. Adesso è pronta a replicare con un nuovo appuntamento da segnare in calendario: l’asta d’autunno di Studio la Città si terrà sabato 9 novembre alle ore 11, nella sede di Lungadige Galtarossa 21, ovviamente a Verona.
«Quando ho pensato di organizzare una piccola asta lo scorso anno, mai avrei immaginato il successo che ha riscosso», spiega Hélène de Franchis, fondatrice e titolare di Studio la Città. «Al di là dell’assegnazione di tutti i lotti tranne uno, ciò che più mi ha colpita è stata l’atmosfera: le persone erano interessate, ma soprattutto si sono molto divertite. Da un certo punto di vista è stata un’iniziativa un po’ stravagante, ma vedere giovani studenti “duellare” per conquistare un manifesto o una piccola opera, collezionisti rilassati acquistare opere che avevano visto in galleria negli anni ’70, ha confermato ciò che pensavo e ho sempre pensato: si può acquistare con piacere arte di qualità a qualsiasi livello».
Qualche anticipazione delle opere in vendita, per l’atteso secondo round. A partire da States of Change (1973) di David Leverett, un artista di difficile classificazione che viene solitamente accostato alla Pittura Analitica e che oggi è presente in importanti collezioni pubbliche e private internazionali, dal V&A Museum alla Tate Modern. Da Studio La Città, a Verona, la sua opera è offerta con una base d’asta di € 70. Poi ancora un Senza titolo del 1977 di Mauro Reggiani (base d’asta: € 200) e un lavoro di Mario Consiglio del 2021 in biro, smalto, matita e pennarello su carta (base d’asta: € 150). Poi Claudio Parmiggiani, Mimmo Paladino, Giorgio Griffa, Vanessa Beecroft, Emilio Scanavino. Per citarne solo alcuni.
«Ho proposto una seconda edizione mettendo a disposizione altre opere: manifesti, multipli, acquerelli inglesi di fine ‘800, opere di artisti che hanno realizzato lavori di qualità e che abbiamo esposto nel tempo», prosegue ancora Hélène de Franchis. E specifica: «La base d’asta sarà volutamente molto bassa (da 0 a 500 euro), non perché le opere abbiano meno valore, ma per permettere a chiunque di partecipare».
Sarà anche quest’anno Giovanni Damiani il battitore della vendita. Tra le novità, invece, la galleria annuncia una versione online «più evoluta» che permetterà di consultare i vari lotti, fissare un’offerta massima e di partecipare in diretta streaming seguendo l’andamento dei lotti aggiudicati in galleria anche da casa. Grandi nomi a piccoli prezzi, e a portata di click.
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