Dal 25 luglio scorso, Maura Picciau è la nuova direttrice dell’Istituto Centrale per la Grafica, istituzione che coniuga più aspetti: la conservazione e la tutela di un patrimonio storico artistico imponente con pochi altri eguali al mondo e la sua promozione e messa in valore, per una conoscenza diffusa e senso di appartenenza collettivo. «Un museo e un archivio sono luoghi di storia, mai separati dal presente e dal progresso civile sociale del Paese», ha dichiarato la neodirettrice.
Il patrimonio dell’Istituto Centrale per la Grafica di Roma è straordinario sia per quantità sia per varietà e qualità. A partire dai circa 25.000 disegni e quasi 114.000 stampe, rappresentativi del panorama grafico europeo dal Cinquecento all’Ottocento. A questa collezione si aggiunge quella dei disegni e delle stampe che fu della Calcografia Nazionale, poco meno di 2.800 disegni, circa 27.000 stampe tirate nella Stamperia dai rami della Calcografia stessa, 18.000 stampe vendute o donate da numerosi artisti, realizzate per lo più in esterno.
Le Collezioni fotografiche dell’Istituto poi comprendono attualmente circa 17.000 immagini, tra negativi, positivi, dagherrotipi, ferrotipi e altri procedimenti sia storici che contemporanei, con soggetti che spaziano da rappresentazioni urbane, vedute monumentali e riproduzioni di opere d’arte, a ritratti, paesaggi, costumi e altri temi artistici di autori vari, a partire dalla metà dell’Ottocento fino a oggi. Da ricordare anche la Collezione di grafica contemporanea e opere multimediali arricchitasi in modo significativo e costante negli ultimi decenni, per dono, per acquisto o per committenza.
Dirigente storica dell’arte dal 2010, prima di arrivare all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma Maura Picciau ha diretto soprintendenze e musei. Da sempre si interessa al rapporto fra tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Come funzionaria storica dell’arte ha lavorato alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, dove si è occupata a lungo del libro d’artista, campo espressivo originale e ricco di stimoli, da esplorare.
Ha inoltre curato mostre e partecipato alla redazione di libri e cataloghi. Per il Dizionario Biografico degli Italiani Treccani ha redatto decine di biografie, imparando come la vita e l’opera di un artista si intreccino inestricabilmente con quelle della comunità di riferimento, nella sua epoca, ma anche con le generazioni a venire.
Come dirigente ministeriale ha guidato la Soprintendenza storico-artistica di Salerno e Avellino, il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, la Soprintendenza di Sassari e Nuoro; ha poi condotto scientificamente l’Istituto etnografico della Sardegna e, quindi, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari e Oristano. Queste esperienze sono alla base di un approccio dinamico alla professione: in tal senso ha operato anche presso il Servizio II – Sistema museale nazionale della Direzione generale Musei, servizio tecnico volto alla creazione di una rete museale di portata nazionale.
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