La Riforma del sistema museale italiano varata dal ministro Dario Franceschini nel 2014 va ancora avanti, anzi, fa registrare una decisa accelerazione, con la presentazione del bando internazionale per nominare i direttori dei nuovi musei autonomi. Si tratta di 13 siti individuati come strategici nel sistema culturale italiano, di cui otto nuovi e cinque già esistenti, per i quali si andranno a sostituire i direttori andati in pensione o che hanno terminato il loro incarico: Galleria Borghese di Roma, Museo Nazionale Romano, Vittoriano e Palazzo Venezia a Roma, Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini a Napoli, Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila, Museo Nazionale di Matera, Palazzo Ducale di Mantova, Palazzo Reale di Napoli, Parco Archeologico di Ostia antica, Parco Archeologico di Sibari, Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Insomma, la rete dei musei autonomi individuata nel 2014 si amplia dal nord al sud della Penisola. D’altra parte, la peculiarità del sistema museale italiano e delle sue collezioni è la diffusione capillare su tutto il territorio nazionale e anche, in molto casi, il radicamento identitario, come riconosciuto dallo stesso Franceschini, intervenuto questa mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione dei bandi per i direttori dei musei autonomi. Ma il ministro ha posto l’accento anche sulla valorizzazione dei beni culturali, un aspetto sottovalutato dalla legislazione, rispetto alla tutela. Almeno fino al 2014, quando con la Riforma si è data autonomia ad alcuni musei precedentemente dipendenti dalle soprintendenze, dotandoli, appunto, di autonomia di bilancio, di un consiglio di amministrazione e di un direttore nel “vero” senso della parola, quindi, non più un funzionario.
«Grazie a questo nuovo bando tredici importanti realtà del patrimonio culturale italiano avranno un direttore selezionato tra i massimi esperti nazionali e internazionali. Come nelle precedenti edizioni, i nuovi direttori saranno valutati da una commissione composta da esperti di chiara fama e elevato livello scientifico. Ancora un passo avanti nel percorso di innovazione e modernizzazione del sistema museale nazionale. I dati registrati negli ultimi anni parlano chiaro: l’incrocio tra autonomia e qualità dei direttori si è dimostrato un mix vincente per i musei e per lo sviluppo dei territori», ha dichiarato Franceschini. Che dalla sua ha i numeri.
Dal 2014 al 2019 i visitatori nei soli musei statali italiani sono aumentati di oltre 10 milioni, da 40.744.763 a 54.667.612, facendo registrare un + 34,1%. «Sono migliorati servizi, sicurezza e tutela. Sono cresciuti gli incassi e la crescita è stata molto più forte nei musei minori, grazie anche alle domeniche gratuite, che hanno portato più visitatori nei musei che spettatori alle partite di calcio della Serie A», ha continuato il ministro, facendo riferimento ai dati ufficiali sull’affluenza recentemente pubblicati dal Mibact – che commentavamo qui – e levandosi qualche sassolino. Nella Riforma è stata introdotta anche una misura che dovrebbe portare a una equa ridistribuzione dei fondi: il 20% degli incassi di tutti i musei – quindi anche quelli autonomi, come il Parco Archeologico del Colosseo, le Gallerie degli Uffizi e il Parco Archeologico di Pompei, giusto per citare i tre siti più visitati nel 2019 – confluisce in un fondo di solidarietà redistribuito dalla Direzione generale musei ai siti che non avrebbero i numeri – dalla bigliettazione agli incassi del bookshop – per sopravvivere. Una delle critiche mosse al suo lavoro, era l’aver sostanzialmente accentrato l’interesse e le risorse solo su alcuni musei, accantonando i siti considerati “minori”, per esempio quelli distanti dai grandi centri interessati dai flussi turistici. A proposito, quello della trasformazione da valorizzazione a sfruttamento è un altro argomento che ha già fatto discutere e sul quale si continuerà a dibattere a lungo.
Per rispondere al bando e candidarsi alla posizione di direttore dei nuovi musei autonomi si può compilare il form da oggi on line sulla pagina del sito del Mibact, entro il 3 marzo 2020. Le candidature saranno esaminate da una commissione di valutazione composta da cinque membri individuati tra esperti di chiara fama nel settore del patrimonio culturale nominati dal Ministro. I candidati più idonei, fino a un massimo di dieci per ciascun istituto, verranno convocati per un colloquio, all’esito del quale la commissione individuerà una terna di candidati per ogni struttura da sottoporre al Ministro e al Direttore generale Musei. L’incarico avrà una durata di quattro anni e potrà essere rinnovato per altri quattro anni.
Nel frattempo, Franceschini ha anche annunciato la costruzione di una fermata della metropolitana per facilitare l’accesso al Museo di piazza Venezia e del Vittoriano, un po’ come per il Louvre, in collaborazione con il Comune di Roma. La nuova fermata potrebbe portare direttamente all’interno dei musei. «I lavori sono in fase avanzata, stiamo ragionando sulle possibilità di trasformare la fermata, come già si è fatto a San Giovanni, in un luogo con richiami alla cultura, all’archeologia, alla storia della città», ha spiegato Franceschini.
Ma non è l’unica novità presentata in occasione della conferenza: Cecilie Hollberg, Valentino Nizzo e Simone Quilici, rimossi dall’incarico dal precedente ministro Alberto Bonisoli attraverso una serie di accorpamenti, torneranno al loro posto, rispettivamente alle Gallerie dell’Accademia di Firenze, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e al Parco dell’Appia Antica. Sarà quindi ripristinata in via immediata l’autonomia gestionale e scientifica per i tre siti.
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