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Fino al 12.I.2002 Figura/zione Milano, Studio Forni
milano bis
Al di là del concettualismo e delle correnti d’avanguardia del ‘900 che hanno allontanato l’opera d’arte dall’immagine dell’uomo, oggi si torna a respirare una pittura forte, limpida e pulita che all’uomo ritorna. Ripartendo dai canoni più tradizionali...
di redazione
Sono tutti compresi fra i trenta ed i quarant’anni i venticinque artisti che Alessandro Riva, curatore di Figura/zione, ha raccolto intorno a sé per dare vita ad una rassegna sul tema della figura, interpretata da giovani pittori e scultori contemporanei italiani e stranieri. Al di là del freddo gioco mentale – per riprendere le parole del curatore – che ha caratterizzato tanta parte della storia dell’arte contemporanea, da qualche tempo si sta tentando un difficile ritorno al ritratto sic et simpliciter. Un tentativo che, partito dall’Italia, ha trovato alcune eco interessanti anche all’estero: Francia, Spagna, Inghilterra. La mostra allestita nello spazio milanese della Galleria Forni si presenta quindi come un tentativo di dare una forma ed un senso ad opere di autori diversi e lontani, accomunati però dalla passione per l’uomo, per il corpo, sviscerato per una volta da facili sentimentalismi, da pulsioni e umori. Alleggerite dal peso sociale e formale imposto dai canoni della ritrattistica, le opere degli artisti qui selezionati lottano strenuamente per tornare alla tradizione rinascimentale e secentesca, cercando di non incorrere in leziosi manierismi e citazioni colte ma sterili. Un tentativo che coglie pienamente nel segno per esempio con I giocolieri di Andrew Gadd, pittore londinese classe 1968, un dipinto intenso ed evocativo, capace di riecheggiare da vicino le atmosfere di Goya. Notevoli sono poi l’istantanea di un interno de La famiglia di Tassos Missouras; la scenografia umana del Ritratto di P. K. di George Rorris; la ieraticità della Noia asseguda di Josep Santilari; lo spaccato di vita quotidiana de La sessiò di José Girbent; il quotidiano della New York University di Lidia Bagnoli.
Il percorso di Figura/zione si fa un po’ meno lineare quando lascia spazio alla scultura: una distrazione che si fa comunque perdonare presto, e che viene riassorbita dalla forza sprigionata dal collettivo. Completano la mostra lavori di Giuseppe Bergomi, Andrea Boyer, Aurelio Bulzatti, Alberto Castelli, Aron Demetz, Leticia Feduchi, Sean Henry, Giovanni Iudice, Claude Jammet, Giovanni La Cognata, Andrea Martinelli, Klaus Mehrkens, Marcos Palazzi, Alessandro Papetti, Edouard Sacaillay, Livio Scarpella, Paolo Schmidlin, Bernardo Siciliano, Julio Vaquero, Velasco Vitali, Alexandros Veroucas.
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Velasco Vitali alla Galleria Forni
R. B.
Figura/zione
A cura di Alessandro Riva
Fino al 12 gennaio 2002
Studio Forni, via Fatebenefratelli 13, 20121 Milano
Tel. 02/29060126; fax 02/63610498
forni.mi@iol.it
Orari: 10/13 – 16/19.30
Chiuso domenica e lunedì
Nel mese di dicembre festivi aperto orario 15/19
[exibart]
fissato con la figurazione sto RIVA eh? E poi passi la pittura, ma la scultura…blea!
sono d’accordo. la scultura era veramente dimenticabile.
ragazzi, ma le avete viste le sculture in legno dipinto di questo Aaron Demetz? peccato, perché erano le cose più interessanti e NUOVE della mostra… (chi le aveva mai viste prima???) e poi Schmidlin!!!!!!! e mi venite a dire che la scultura è “blea”! ce li avete gli occhi per vedere, o vi accodate tutti a quello che dice la maggioranza?? consiglio a tutti quelli che non hanno visto le cose DI PERSONA di andare a verificare con i propri occhi…
Ci sono stato e, a mio parere, la scultura era davvero dimenticabile. tutto qui. Personalmente preferisco i risultati di Figurazione nella pittura, che quelli della scultura.
Non si possono esprimere opinioni personali senza essere assaliti?
x Lele: SI!
Non ho visto questa mostra. Conosco alcuni artisti intervenuti.
Volevo dire qualcosa sulla scultura.
Avete sentito l’odore delle sculture di Demetz? Quello è il principio dell’arte.
Dove equilibrio del ordine-disordine, dove ogni parola è superflua, dove ogni pensiero cade o si alza per affermare che è un’opera d’arte.
La scultura di Demetz vista a Italian Factory, parlo come oggetto, è un’arricchimento della natura dell’essere umano.
Antonio