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fino al 14.III.2003 Pierluigi Calignano – 80.000 Milano, Antonio Colombo Arte Contemporanea
milano bis
Un rinoceronte con le pinne, un gorilla dallo sguardo tenero e i guantoni da pugile, un sommergibile di carta costellato di sturalavandini. Sono alcuni degli oggetti impossibili che abitano il suo fantastico mondo. Da Durer ai fumetti…
Classe 1971, è uno dei giovani artisti più eclettici attivi sulla scena milanese. La sua ricerca esplora un universo nel quale mondo animale e robotica, storia dell’arte e immaginario fumettistico si intrecciano, creando suggestivi rimandi.
Per questa sua mostra a cura di Raffaele Gavarro, Pierluigi Calignano ha scelto di esporre alcuni oggetti che, pur appartenedo a generi diversi per contenuto e stile, hanno tutti a che fare con la dimensione del gioco – inteso come rompicapo matematico, come gioco di costruzione ma anche come giocattolo vero e proprio, bambolotto o robot-, con l’ironia e il gusto per il paradosso. Ecco allora che nello spazio della galleria, il famoso Rynoceros dell’incisione dureriana prende vita modellato in Das (materiale con il quale tutti noi abbiamo giocato da bambini), rivelandosi un’inquietante chimera, con tanto di corazza e pinna da pescecane; mentre una sorta di santo Graal composto da 1.040 moduli quadrangolari in cartoncino, altro non è che l’elaborazione tridimensionale del Calice di Paolo Uccello, “composto di segmenti che suddividono la superficie in forme geometriche rettangolari, del tutto simili ai poligoni delle immagini computerizzate attuali, i cosiddetti wireframe”, come non manca di far notare il curatore in catalogo.
Il continuo specchiarsi nel lavoro di Calignano di tradizione “alta” ed esperienza quotidiana, in un caleidoscopico gioco di rimandi, provoca un cortocircuito teso all’invenzione di nuove relazioni di senso. Così, accanto al rinoceronte pinnato, troviamo un gorillotto coi guantoni da boxeur, che siede incatenato come un assurdo Prometeo, e due monumentali braccia meccaniche in legno e acciaio che giacciono inermi, protesi grottesche di un Mazinga molto simile agli automata rinascimentali. Anche Superpippo, lo scheletro in meccano di una delle famose noccioline grazie alle quali il goffo amico di Topolino si trasforma in supereroe, è allo stesso tempo citazione esplicita del mondo dei fumetti, suggestione geometrica e modello formale, non diversamente da quello che accade con il calice di Paolo Uccello.
L’estro combinatorio di Calignano, dunque, mescola alto e basso, muovendosi su diversi paradigmi espressivi, e finisce con il moltiplicare all’infinito le potenzialità semantiche degli elementi in gioco. D’altra parte, il titolo stesso della mostra, 80.000, è un numero finito che descrive la quantità infinita delle cose che caratterizzano il nostro quotidiano. Un affascinante paradosso.
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Via Solferino, 44 – Milano
31 gennaio – 14 marzo 2003
Orari: da martedì a sabato 16.00-19.30
Ingresso libero
Per informazioni tel/fax: 02.29060171 e-mail: info@colomboarte.com
[exibart]
Bravo Pierluigi…un gran bello scatto in avanti!