Ad accogliere i visitatori di questa mostra straordinaria per la sua location, da tempo chiusa al pubblico, la “madre di tutte le Mabille” cappeggia sulla facciata della Casa del Fascio, accompagnata da altre Mabille in ferro disposte sul piazzale antistante il Palazzo. La scelta tipologica dell’esposizione è stata curata da Angiola Tremonti per non ledere la struttura, capolavoro del periodo razionalista.
L’interazione fra le arti subentra nel momento in cui la realizzazione artistica e il luogo della sua collocazione si trovano a dialogare naturalmente.
Il rigorismo architettonico, quindi “giuoca” con le opere di Angiola Tremonti, in un continuo richiamo tra struttura esterna/interna ed installazione. Al centro della scena le Mabille, figure ambigue e dolenti che giocano tra negativi e positivi, disposti in ordine decrescente secondo piani ortogonali, in unsistema di tagli e prospettive, dall’aspetto volutamente ludico.
Il piano superiore dell’edificio accoglie altre Mabille in lamiera tagliata, che si affacciano dalla balaustra come a voler autocelebrarsi: l’opera ammira sé stessa e dialoga con questo spazio aperto. La sottile invasione permea sino all’architettura fondendo l’opera con il contesto, in continua antitesi.
La Mabillain bronzo, tra le altre 32 creature, è quella che meglio rappresenta la tipologia di scultura a tuttotondo, incarnando così l’ideale classico di opera d’arte; essa è collocata in adorazione verso tre grandi tele che descrivono la genesi di questa creatura: donna,
Ai suoi piedi una miriade di piccole Mabille colpiscono per la loro costante ammirazione verso questa nascita imponente; chiaro ed esplicito è il rapporto tra nascita e vita, tra fecondazione e vissuto.
Il tema della fecondazione viene ripreso anche nel lungo drappo istoriato che accoglie il fruitore e che è reso visibile all’esterno dalle vetrate volute da Giuseppe Terragni . Questo arazzo polimaterico ci racconta di un viaggio verso il creato compiuto da spermatozoi maschi e femmine, volto al raggiungimento dell’armonia.
Il giuoco delle Mabille si presenta quindi con connotati fortemente ludici e simbolici; l’artista gioca attraverso queste sculture con lo spazio a lei offerto e ci pone dei quesiti fondamentali, dettati dal connubio creazione –creato. In tutte le sue opere si evince la ricerca della verità, che non porrà mai dei limiti all’artista.
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Il sito di Angiola Tremonti
monica sampietro
mostra visitata il 5 ottobre 2002
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