Il clima di eccezionale rinnovamento economico, sociale e politico vissuto dal nostro paese negli anni Cinquanta e Sessanta viene davvero ricreato grazie ad una interessantissima mostra fotografica che si sta tenendo in questi giorni a Milano.
Lo spunto nasce da una celebre intervista che il grande scrittore Alberto Moravia fece nel l962 ad una delle dive più belle e carismatiche di quegli anni, Claudia Cardinale; come accompagnamento a questo colloquio furono effettuate delle campagne fotografiche eseguite dai migliori professionisti dell’epoca. Dunque un vero proprio spaccato di quel momento storico che ancora oggi riesce a trasmettere grandi emozioni, grazie proprio al supporto fotografico: non è certo un mistero che, probabilmente, la vera arte del XX secolo sia stata proprio la fotografia (e naturalmente anche il cinema) e che uno scatto ben riuscito riesca a sintetizzare meglio di qualsiasi altra cosa un periodo storico.
Moravia, tra l’altro, inizia provocatoriamente la famosa intervista chiedendo alla Cardinale di accettare d’essere ridotta ad un oggetto: è una richiesta solo apparentemente maschilista, in realtà, permette a fotografi del calibro di Chiara Samugheo, Tazio Secchiaroli, Pierluigi Praturlon , Federico Grolla di avvicinarsi all’oggetto – soggetto in modo del tutto spontaneo e di coglierne, oltre alla sfolgorante bellezza fisica, anche l’aspetto più propriamente psicologico. Ne risulta un perfetto mix di ingenuità e malizia che descrive perfettamente l’immagine pubblica della grande attrice.
Inoltre, l’accurata scenografia della mostra, curata da Davide Faccioli, presenta un lungo nastro nero sul quale viene integralmente riportata l’intervista dell’intellettuale con la diva: questo nastro si snoda attraverso le fotografie che illustrano anche alcune importanti tappe della carriera della Cardinale, creando un percorso affascinante che mette in luce davvero una della massime icone del jet set durante gli sfolgoranti anni della Dolce Vita. Naturalmente è anche l’occasione
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