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fino al 31.I.2003 Mario Rizzi – Crowed Loneliness Milano, The Flat
milano bis
Attraverso il filtro del video Mario Rizzi analizza con ragione e sentimento le varie forme che la solitudine può assumere. Nell’affollato complesso sociale di cui anche lo spettatore fa parte. E prende coscienza…
“Nel mio processo creativo il pubblico non è ospite accidentale, ma l’interprete che dirige verso la produzione di una creazione artistica…” così Mario Rizzi nella brochure a lui dedicata da Guido Curto per la mostra nell’appartamento The Flat di Massimo Carasi. Sul concetto d’interazione, non solo opera-pubblico, ma anche soggetto-ambiente, è dedicata la produzione di quest’artista sapiente. The Flat ospita quattro installazioni nei suoi diversi spazi, ed alcuni still frame e fotografie inerenti alle singole opere. Le solitudini di Rizzi sono l’oggetto dello sguardo voyerista, ma sono state abilmente ideate per essere talmente presenti da generare un naturale processo di identificazione. L’artista che di formazione è un medico analista, possiede un’indubbia sensibilità per il fatto microsociale, e una preferenza per l’impatto estetico del video. In cucina c’è Drafting Moods: si sentono i rumori tipici di una famiglia durante un pasto consumato in allegria, e viene esposto un lightbox raffigurante un transessuale che asciuga i piatti.
Tulku è invece un video di circa quaranta minuti che descrive in perfetta isocronia, le litanie di un giovane nepalese chiamato ad essere la reincarnazione del Lama; la postazione d’ascolto è un tappeto in cui lo spettatore si adagia in posizione raccolta, il rituale che pervade l’ambiente induce a una sorta di catatonia.
In Webcam la fruizione è privata e isolante, di fronte al frammento di una ragazza conosciuta in chat dall’artista, che fa mostra di sé sorridente; le stampe cybachrome da questo video, mostrano tutta l’attenzione per la grana ruvida del video, e una conoscenza finissima del mezzo. Two è forse l’installazione più complessa, in cui si incastellano maggiormente i piani dell’interazione: allestita nella camera da letto, il video è proiettato sul soffitto; il pubblico viene fatto accedere a coppie eterosessuate; consiste in uno split screen che mostra una coppia, formata da una lesbica e un gay, che interpreta un litigio, la cui intensità è crescente. Lo spettatore gradualmente si identifica sino a un punto di rottura, che nasconde un relativo ribaltamento delle prospettive, a sorpresa. Nel frattempo la scena viene filmata da una telecamera a circuito chiuso e visionata in bagno. Lo spettatore viene interpellato, e diviene elemento del tessuto di sguardi; viene chiesto al pubblico di osservare, ma nel contempo si viene a creare anche una sensibilizzazione su una sensazione sottesa a tutto il complesso di opera, che è appunto quella strana forma di solitudine nella folla, così tipica della modernità: la consapevolezza di essere esposti alla vista di estranei, di condividere uno spazio sociale, di scivolare su una serie di forme di relazione deperibili, e restare comunque soli. Può succedere anche in una galleria d’arte, o in un appartamento affollato.
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Il sito di Carasi Arte Contemporanea
niccolò manzolini
mostra visitata il 3 decembre 2002
Mario Rizzi – Crowded Loneliness”
Dal 3 dicembre 2002 al 31 gennaio 2003
The Flat, Carasi Arte Contemporanea, via Vaina 2, Milano (angolo Porta Romana)
Ingresso libero
Orari: dalle 15.30 alle 19.30, sabato anche dalle 10.00 alle 12.30. Chiuso lunedì e domenica
Tel 02/58313809, cell. 3337352752, e–mail carasi-massimo@libero.it
Intervento critico di Guido Curto
[exibart]
Già l’artista è quello che è…ma il pezzo critico è a dir poco penoso. Madonna, cristo e gesù bambino!!!
Mmmmh. Adoro i commenti di questa schiatta: una profondità sconcertante.
Almeno scrivete la vostra e-mail così discutiamo come animali evoluti.