Il fare di questa giovane artista bolognese si basa sull’esercizio meticoloso delle operazioni manuali e sul ritmo di riprese video a inquadratura fissa. Queste due operazioni, eseguite con rigore e precisione, si fondano su una poetica delle ripetizione dei gesti e dell’attenzione alle piccole variazioni. Le opere di Sabrina Mezzaqui, diverse sotto il profilo delle tecniche impiegate, sono tuttavia espressione di un unico intento poetico: quello dell’artista che guarda al proprio stare al mondo. Come una sarta, con procedimenti di tagli e cuci, crea altre realtà, illusorie, ipnotiche e microcosmiche. Saturando e connettendo i fili dei suoi pensieri ottiene trame per oggetti che sembrano avere sfaccettature quasi infinite. A tale riguardo occorre però distinguere tra i risultati delle opere: alcune sembrano accentuare un’estetica astratta e caotica, altre invece un’estetica del senso dell’ordine. A partire da queste differenze apparenti si possono tracciare le linee base dei linguaggi che l’artista impiega: quello video, il linguaggio delle figure, quello delle lettere/parole, quello dei segni. Con il senso dell’ordine, uno dei titoli delle opere in mostra, omonimo di un testo di Ernst Gombrich sulla decorazione, trovano espressione 250 diversi motivi copiati da schemi per tessitura. L’artista realizza altri tre lavori, due con la carta e uno con una videoproiezione a muro. Vocabolario in cui prende le illustrazioni, casa, sedia, aereo, auto, albero, che nei dizionari accompagnano le corrispondenti definizioni, le ritaglia, le ingrandisce e crea venti disegni: prendono così corpo i linguaggi delle figure. Nei tre libri-oggetto i linguaggi delle lettere/parole sono estratti da alcuni testi della letteratura italiana del ‘900: i romanzi L’isola di Arturo di Elsa Morante, Le parole tra noi leggère di Lalla Romano e Lessico familiare di Natalia Ginzburg , costituiscono i tessuti di alcuni oggetti di uso ordinario. In particolare l’opera oggetto-tovaglia, se guardata da una certa distanza e in relazione con i segni che compaiono sui pannelli della superficie è particolarmente significativa: l’effetto visivo complessivo traduce infatti la possibilità delle lettere di perdere il proprio significato alfabetico e diventare segni. Da ultima la videoproiezione a muro case gialle . Innanzitutto questo video ritrova le caratteristiche di fondo della poetica di Sabrina Mezzaqui: ripetizione e attenzione. E’ l’attenzione per i voli delle rondini. Solo apparentemente banali e ripetitivi, gli uccelli poggiano su una parete perfettamente liscia, sbattono le ali di continuo, ma i loro movimenti possono non essere visti perché quasi inafferrabili, poi all’improvviso si librano e quell’ordine apparente si disfa, c’è una vita nuova, e il disordine spicca il volo.
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Fino al 31/I/2003. Sabrina Mezzaqui: Vocabolario. viafarini via Farini 35 Milano, tel. 02.6680.4473/fax 6680.4473. e-mail: viafarini@viafarini.org orari: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Mostra a cura di Alessandra Pioselli. Si ringraziano la Galleria Massimo Minini e la Galleria Continua per la collaborazione. Zona Farini MM 2 Garibaldi[exibart]