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fino al 31.X.2002 Prigioni dell’anima – Stefano Soddu Castellanza (va), Fondazione Pagani
milano bis
In quel tempio della scultura all'aperto che è la Fondazione Pagani a Castellanza, la passeggiata nel parco conduce piacevolmente alla mostra di Stefano Soddu. E alle sue "anime" imprigionate…
Per quanto alta sia una tensione esistenziale è solo nella coerenza di un linguaggio che la vita si fa arte.
Quale linguaggio e quale urgenza quindi in questa mostra dove sono esposte poche opere ben calibrate negli spazi della Fondazione Pagani?
Graffiature, graffiti, impronte, scorie, scalfitture, schegge, accumulazioni e grumi. (…), è la celebre grammatica dell’informale cui attinge Stefano Soddu per giungere comunque a forme simboliche: cosa è infatti la scala poggiata al muro con un’antica prospettiva rovesciata? o ancora, sempre in tema di “ribaltamento”, la piramide che si inabissa nel terreno su cui poggia la sua ultima installazione donata al Museo Impluvio 2?
Vi sono poi alcuni affascinanti contrasti materici come nella serie di lastre Celle dell’anima : pigmenti colorati rifluiscono come da una clessidra attraversando i tagli di un alfabeto che forma la parola “anima” e che dà il titolo alla mostra. Impegnativo l’inevitabile richiamo alla celebre serie dei nudi michelangioleschi e riteniamo che più coerente sarebbe stato il titolo Da dentro a fuori. Con queste parole, usate dallo stesso artista per spiegare la forma della sua ricerca, avremmo avuto una chiave di lettura più aderente al suo fare, che è sempre più intuitivo e materico che non programmatico e simbolico. Ecco allora che, con grande coerenza, si dispiega questa dialettica, allo stesso tempo esistenziale e artistica, variamente interpretata: possono quindi essere pezzi di stoffa ritorti a stento nelle strette maglie di un reticolato di ferro, o i segni impressi da un’energia che urge dal retro di una lamiera, traccia e ombra di un pulsare che non coincide con il materiale e nemmeno con la sua forma.
L’interesse di questa mostra si accresce se si considera poi lo spazio in cui è ospitata, ovvero il parco di sculture della fondazione Pagani. Un’occasione irrinunciabile per chi non avesse ancora visitato questa straordinaria creazione diEnzo Pagani, scultore e gallerista, avviata nel 1957. Attualmente, nell’area di circa 40.000 mq, sono esposte centinaia di sculture assieme a monumentali pareti musive. Tra gli autori giovani emergenti, talenti scoperti precocemente da Pagani e alcuni grandi dell’arte del ‘900: le opere di Man Ray, Sonia Delaunay, Fernand Leger, Han Richter, i bianchi marmi di Jean Arp e Alezander Arcipenko testimoniano dell’apertura internazionale di questa grande figura di critico e mercante che fu Pagani, la cui attività continua oggi in forma di Fondazione cogestita dagli eredi e da istituzioni pubbliche locali con un calendario fitto di incontri con critici, pubblico e artisti.
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Dal 6/10 al 31/10
Fondazione Pagani- Museo d’arte moderna, via per Gerenzano, 70, Castellanza (Va)
Orari: Sabato e Domenica 10,00/12,30 – 15,00/19,00
Tel e Fax 0331 503113, e-mail museo-pagani@libero.it
Catalogo in mostra con testo a cura di Lorella Giudici
[exibart]