Le bambole della Vukoje non sono inanimate come può esserlo un oggetto. Sembrano piuttosto morte, esseri a cui la vita è stata tolta e non negata. Se l’elemento cromatico più presente è il bianco algido di una luce che le pervade, la plasticità è resa con colori che ricordano piuttosto un incarnato: ma non si tratta di un pacifico abbandono di corpi disposti a farsi ritrarre, quanto livide sfumature che ricordano terribilmente tumefazioni e strazi. Un uso del colore ad olio che si avvicina più all’acquarello: le tinte estremamente diluite colano oltre i contorni, e sembrano sfiorare solo superficialmente volumi già consistenti.
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bellissima la prima pagina con due immagini della vukoje, siete i migliori.
Mistero! Ma la prima personale è quella di Milano o quella di Firenze?
immagini stupende. bellissima recensione.
era in collaborazione tra cannaviello e biagiotti, ha aperto prima uno e poi l'altro.
le ho viste tutte e due, entrambe belle