Tom Birkner si colloca nel contesto dell’attuale recupero della tradizione figurativa e neorealista di area americana. Le sue tele ad olio ci restituiscono questa sensazione primaria: è come immaginare di guardare le scene per caso, stando dietro il vetro di un’auto o di una finestra. Con panoramiche di piccole, medie e grandi dimensioni, la visione pittorica dell’artista è quella di chi, attratto dalla realtà dell’ambiente o da quella dell’azione, da ciò che accade o che è appena accaduto, ne realizza il reportage. I quadri cercano l’immagine shock, il bruciapelo della scena, l’imprevisto da cui essere catturati, la situazione accidentale o occasionale di fronte alla quale non reagire, ma semplicemente sostare e registrare senza impegno: si vedano Highway crash scene o Crime scene or the Crypt. Questo modo di cogliere e di comunicare può essere ricondotto e spiegato alla luce delle analisi del filosofo Deleuze quando, già a partire dalle considerazioni sul neorealismo, individua una sorta di trasformazione del personaggio in spettatore: lo spettatore neorealista infatti più che reagire registra, più che essere impegnato in un’azione, è consegnato ad una visione che insegue o dalla quale è inseguito (Cinema 2. L’immagine-tempo, 1984 trad. it., p. 13). The long drive, il titolo della mostra, spiega proprio questo modo di osservare e di operare dell’artista. Il pittore si trova infatti a registrare là dove l’esistenza si mescola con lo scorrere incessante degli automezzi e si sviluppa a latere di intricati gangli autostradali ed anfratti post industriali. Spazi suburbani immensi dai quali emergono situazioni di abbandono e degrado. Sono le zone in cui le downton si perdono nei distretti: paesaggi desolati, diroccati, lasciati all’inutilità, ai piaceri delle scorribande o dell’ammucchio, al disuso di una discarica o di un’officina. Ma anche lo scorrere positivo della vita quotidiana agli angoli delle strade, ad una pompa di benzina, in un parcheggio, in un parco, al passeggio, per la strada dopo la spesa. Quanto ai colori, le tinte scivolano senza patinature successive per lo più in bicromie di bianco-grigio, giallo-marrone, nero-azzurro. Soprattutto nel quadro Hithway crash scene, i colori sono distribuiti con un movimento a scalare della spatola che ridà una sensazione compositiva simile all’accostamento di una sequenza di tagli fotografici. Eccetto qualche passaggio, dove è percepibile la traccia della matita, l’impasto luci-colori, da vicino come non, è equilibrato. In generale gli olii sono trattati in modo da rendere certi dettagli sfumati e quindi più simili ad una istantanea leggermente sfuocata. Momenti di poetica e acida tenerezza autunnale si alternano a scenari di disastro: scontri pazzeschi, interventi della polizia, azioni criminogene perpetuate negli spazi del passaggio senza sosta e dell’individualismo indifferente.
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Il sito di Marella Arte Contemporanea
tullio pacifici
mostra visitata il 3/11/2002
Tom Birkner: the long drive
Fino al 6/12/2002. Marella Arte Contemporanea, gallery 2, via Lepontina, 8 Milano (Zona Farini). Ingresso libero. Informazioni: tel. 02/69311460, fax 02/60730280, e-mail: info@marellart.comOrari: dal martedì al sabato: 12.00-20.00[exibart]