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15 aprile 1999 – 4 luglio 1999 Lucio Fontana, la Triennale, la luce Milano: Triennale
milano
Non ci può essere un'evoluzione dell'arte usando ancora la pietra e il colore; si potrà fare un'arte nuova colla luce e la televisione o la proiezione - dichiarava Lucio Fontana sulla rivista “Domus”, già nel 1949.
Un pensiero sintetico e innovativo che chiariva i suoi intenti quando nel febbraio di quello stesso anno realizzava, alla Galleria del Naviglio a Milano, l'istallazione “Ambiente spaziale e luce nera”.
Un pensiero sintetico e innovativo che chiariva i suoi intenti quando nel febbraio di quello stesso anno realizzava, alla Galleria del Naviglio a Milano, l'istallazione “Ambiente spaziale e luce nera”.
di redazione
Uno spazio riallestito oggi alla Triennale di Milano nella mostra “Lucio Fontana, La Triennale, la Luce”, curata da Luciano Caramel. L’esposizione si articola in due sezioni strettamente correlate. La prima è dedicata al rapporto di Fontana con la Triennale dal 1933 fino agli anni Sessanta. Anni in cui l’artista ha sperimentato una apertura della progettazione verso una dimensione spaziale oltre la scultura e il quadro. Sono ripercorsi episodi fondamentali di questa collaborazione, dalla Bagnante per la “Villa-studio per artista” del 1933 e dal Salone della Vittoria del 1936, alle realizzazioni degli anni Cinquanta, fino al più tardo Ambiente Spaziale del 1964. La seconda sezione sviluppa invece l’interesse e l’applicazione di Fontana del “medium luce”. Ne danno testimonianza alcuni dei pricipali “Ambienti” da lui creati: da quello, già citato, con luce di Wood del 1949 alla Galleria del Naviglio di Milano del 1949 a quelli realizzati negli ultimi anni della sua attività per la manifestazione “Lo Spazio dell’immagine” a Foligno nel 1967, e per “Documenta 4” di Kassel nel 1968, anno della sua scomparsa.
Alessandra Coppa
[exibart]