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Dal 13.VII.2000 al 5.XI.2000 | La forma del mondo. La fine del mondo | Milano, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea

di - 1 Agosto 2000

All’ingresso del PAC, troviamo una vecchia Alfa Romeo trasformata in pollaio. Alfa-Alfa (Chckenrum) dell’Atelier Van Lieshout fa parte di un progetto più ampio, al quale sta lavorando questo gruppo d’artisti, che prevede la creazione di una comunità indipendente, dove gli abitanti possono vivere in libertà: è una sorta di manifesto di questa mostra, dal titolo rappresentativo “La forma del mondo. La fine del mondo”. In questi anni, la crescente complessità del reale rende difficile, se non impossibile, la creazione di sistemi d’interpretazione così come sembra rendere impraticabile la previsione di possibili sviluppi e, di conseguenza, d’ipotesi costruttive e progetti sul mondo, funzione che l’arte ha svolto in passato, anche se, spesso, in termini di previsione e prefigurazione. In questa realtà precaria e in continuo divenire, per la quale non esistono più modelli esplicativi e certezze, molti artisti sembrano rinunciare ad immaginare una forma -in altre parole un progetto – e si rifugiano nel proprio mondo, riflettendo su se stessi, raccontandosi senza alcuna pretesa di dare a queste narrazioni personali una dimensione allargata, universale; altri, invece, reagiscono alla prospettiva di un futuro incerto, tentando di elaborare dei progetti, seppure a livello minimale, che si risolvono spesso in risposte individuali, ma con aspirazione a porsi su un piano più generale.
L’arte si muove, oggi, tra queste due polarità: dare forma al mondo e fuggire da esso, rifugiandosi nell’individualità. La rassegna, curata da Marco Meneguzzo, propone una riflessione su questa polarità che sta alla base della creazione artistica interrogandosi, di conseguenza, sulla funzione dell’arte e sul ruolo degli artisti nella società contemporanea: una mostra tematica e problematica, che pone a confronto una trentina di artisti di paesi e generazioni diverse. Due approcci nei confronti del mondo, inteso sia come realtà sia come modo di rapportarsi ad essa: il primo privilegia la dimensione esistenziale, privata e individuale come conseguenza dell’impossibilità di un intervento esterno, porta molti artisti a produrre opere incentrate sul vissuto – proprio o altrui- esibizione di storie quotidiane e momenti occasionali senza pretese di universalità; il secondo propone delle ipotesi, dei tentativi di creare una forma che aspira porsi come modello metaforico della realtà, seppure a un grado minimo di determinazione, dimostrando un interesse e una volontà residuale di intervento nel e sul reale.

Tra i primi possiamo citare Nan Goldin, che espone una serie di grandi fotografie, una sorta di diario visivo personale legato ai propri affetti; Philip Lorca di Corcia ritrae personaggi anonimi ripresi nelle strade di diverse
città del mondo; o ancora Mark Dion che presenta Raiding
Neptune’s Vault – Cabinet B, un’installazione nella quale sono esposti e meticolosamente ordinati oggetti e residui organici, mostrati come reperti: scatole di metallo arrugginite, acqua, detriti, frammenti di conchiglie.
Tra coloro che scelgono una prospettiva progettuale, ricordiamo, oltre al già citato Atelier Van Lieshout, Mona Hatoum che presenta Present Tense, un’opera composta da circa 2200 panetti di sapone all’olio d’oliva provenienti da Nablus, Gerusalemme, nei quali è tracciata con scaglie di vetro rosse, la mappa dei territori destinati a rientrare in possesso dei palestinesi secondo l’Accordo di Oslo (1993): una riflessione sulla situazione politica locale. Un diverso approccio che si riferisce all’ambito specifico dell’arte è rappresentato da Chiara Dynys, che, con Grande Blob, propone una forma-informe, materica e magmatica, dai connotati indistinti, che racchiude in sé la possibilità di tutte le forme e di tutte le trasformazioni possibili. Altri artisti profetizzano una realtà futura in termini catastrofici creando lavori che richiamano atmosfere apocalittiche, incentrati – seppur ironicamente – sul tema della sopravivenza: tra tutti Kenji Yanobe presenta delle capsule ricavate da contatori geiger in disuso, dei piccoli rifugi monoposto attrezzati con cibo, acqua, medicine e materiale per affrontare l’emergenza postatomica.
Queste risposte diverse rappresentano l’orizzonte, nel quale si muove la ricerca più attuale. Oltre agli artisti già citati sono presenti in mostra Ashley Bickerton, John Boch, Thomas Demand, Fischli & Weiss, Günther Förg, Thomas Hirshhörn, William Kentridge, Yayoi Kusama, Eva Marisaldi, Matt Mullican, Bruce Nauman, Gabriel Orozco, Thomas Ruff, Luca Vitone, Jeff Wall, Franz West, Rachel Whiteread: una rassegna transgenerazionale e internazionale, veramente rappresentativa dell’arte contemporanea nella quale si rispecchiano le inquietudini della nostra società. Interessante, in questo senso, la scelta di includere anche alcuni artisti della generazione precedente, che avevano espresso, in anticipo, le medesime preoccupazioni: Alighiero Boetti, Lygia Clark e Marina Abramovic. La mostra è corredata da un interessante catalogo bilingue, che ne costituisce un indispensabile complemento: nella prima parte ospita i testi del curatore e dei filosofi Maurizio Ferraris, Remo Giudieri e Franco Rella, riflessioni critico-teoriche sul tema proposto, e, nella seconda, le dichiarazioni poetiche e le riflessioni degli artisti, oltre ad un cospicuo numero d’illustrazioni e a delle utili ed esaustive schede biografiche.

Rossella Moratto



Fino al 15 ottobre 2000
“La forma del mondo. La fine del mondo”
Milano, PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, Via Palestro, 14 Tel 0262086537 fax 02783330
e-mail: segreteria@pac-milano.org
http://www.pac-milano.org
Orario d’apertura: ore 9.30-18.30 (chiusura cassa h. 18); chiusura: lunedì.
Biglietto di ingresso: £ 10000 (intero), £ 5000 (studenti e ridotti), £ 3000 (scolaresche
e gruppi superiori alle quindici persone).
Catalogo Edizioni Medusa £ 45000


[exibart]

Visualizza commenti

  • Gentili Signori
    desidero segnalarVi che la mostra in corso al PAC, "La Forma del mondo. La fine del mondo" è stata prorogata al 5 novembre.

    Cordiali saluti
    Michela Marcellino
    STAFF PAC

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