Dopo Parigi, New York, Barcellona e Berlino, Carré d’Artistes, catena di gallerie d’arte low cost, ha inaugurato la prima sede italiana, a Milano in via Cuneo 5. Un progetto “innovativo e unico al mondo” (così recita il comunicato stampa) si appropria del celebre mantra warholiano dell’arte per tutti a mo’ di slogan della propria democratizzazione in formato quadrato. 18 artisti contemporanei internazionali, vasta gamma di stili rappresentati, astratto, figurativo, paesaggistico, street art, per un totale di circa 800 opere uniche, disponibili in 3 taglie a prezzi molto low, assicurano un’accessibilità quasi inevitabile.
Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Inoltre, promettono una rotazione costante, con un nuovo artista ogni mese, per assicurare al visitatore un’ampia scelta e far sì che ogni visita sia una scoperta ed un’esperienza unica.
L’accesso massivo all’arte contemporanea sembra ormai cosa archiviata e il bisogno estetico su misura soddisfatto. Insomma, la formula è semplice e il successo pare garantito. Sarà. Ma allora, l’accessibilità all’arte contemporanea è solo una questione di prezzo? Ma soprattutto, accedere a un’opera significa potersi permettere di comprarla per poi appenderla in casa propria? Non si rischia, così, di confondere l’accesso con il possesso, o anche, di camuffare una necessità di riempimento spaziale (e forse psicologico, come se con l’acquisto si placassero i sensi di colpa della propria coscienza culturale) con un interesse vero per l’arte contemporanea? A questo punto ci si chiede quale sia lo scarto tra un’immagine prodotta a comando con dei precisi vincoli economico-spaziali (che potrebbe essere una sfida dai risvolti interessanti per l’artista) e un’opera d’arte e se ogni prodotto di un artista sia da considerarsi automaticamente arte. Non sappiamo se ci troviamo di fronte alla soluzione geniale a un bisogno d’arte in tempi di recessione economica o al triste sintomo della crisi di qualcos’altro. Spiace, al netto del nobile intento che qui non si discute, registrare l’amaro sospetto che dietro l’inattaccabile garanzia del mantra warholiano faccia capolino l’ennesima strategia di mercato di questi tempi fiacchi. Se non altro, dobbiamo riconoscere all’intero pacchetto Carrè d’Artistes, di certo ben confezionato con un’eleganza essenziale e, come dire, quadrata appunto, il merito di sollevare questioni cruciali su cui non si è mai finito di riflettere. E infatti, comunque, anche noi siamo qui a parlarne.
Martina Piumatti
mostra visitata il 26 settembre 2014
Dal 25 settembre 2014
Carrè d’Artistes,
Via Cuneo, 5 (C.so Vercelli Ang. Via Marghera)– 20149 Milano
Orari: da martedì a venerdì ore 10.30-14.30/15.30-19.30, sabato ore 10.30-19.30 e domenica 15.30-19.30
Ingresso libero