Al via la rassegna Milano Musica che rende omaggio al grande compositore veneziano nel decennale della morte. Otto concerti, l’opera teatrale “Prometeo”, quattro seminari, quattro incontri, la mostra “Arcipelago Prometeo” nel Ridotto dei Palchi della Scala, cinque proiezioni cinematografiche per il ciclo “Suoni, parole, immagini, i video di Luigi Nono” allo spazio Oberdan.
Nella musica di Nono molto ricorrenti sono gli epitaffi: per i poeti suicidi, per le vittime della violenza della storia, per gli amici assassinati. Canetti, che Nono amava moltissimo, dice che il nostro lamento per la morte di qualcuno dovrebbe continuare all’infinito; solo così potrebbe restituirci coloro che la morte ci ha sottratto. Ma noi presto smettiamo di lamentarci e perdiamo per la nostra debolezza chi amiamo. E’ la sua idea del lamento infinito sulla morte, che esprimevano i grandi lamenti ebraici del 1600 e 1700 dopo i pogroom in Polonia e in Ucraina: la simultaneità dei sentimenti del lamento, della speranza, dell’amore, dello sconforto, dell’assenza, dell’attesa, che risuonano insieme attraverso le oscillazioni infinitesimali del canto.
E tale mobilità microtonale del suono è spunto delle riflessioni di Nono sulla relazione tra la vita e la morte: “La morte non è per me qualcosa che si chiude ma qualcosa che si trasforma. Una forza spirituale si trasforma e diventa altra cosa, vagabonda in altri spazi con altre memorie”. Fare omaggio a Luigi Nono, farne memoria, è cantarne l’epitaffio in questo senso, esplorare nuove possibilitࠤella “linea Nono” nella musica elettronica contemporanea, le eterodossie rispetto alla pura Reihe di Darmstadt (Boulez, Rihm), le nuove prospettive di ricerca spettrale (Levinas). E’ indagare nuove e antiche continuità storiche (Carlo Gesualdo da Venosa, Beethoven, Schoenberg, Berg) e scoprirvi nuove possibilità future. Questo mi sembra essere il senso complessivo della ricca rassegna milanese “Luigi Nono e il suono elettronico” curata da Luciana Pestalozza, direttore artistico del Festival Milano Musica. Tre grandi idee-guida dell’eresia-Nono, o come le chiamava il compositore stesso, sbandamenti, innamoramenti : l’intuizione della spazialità del suono (stereo-fonia), sia nel suo propagarsi in uno spazio pluridirezionale, sia nel suo stesso costituirsi interno nella Allintervallreihe. E da qui le preziose collaborazioni con l’architetto Renzo Piano, o la profonda convergenza con Carlo Scarpa, o con lo spazialismo di Emilio Vedova.
Lo spazio affettivo di Venezia, ” multiverso acustico assolutamente contrario al sistema egemone di trasmissione e di ascolto del suono a cui siamo abituati da secoli” (una boccata d’ossigeno per Milano): la Venezia di Nono, di Maderna, di Vedova, di Scarpa, di Cacciari, ma anche la città dei pittori veneziani che usarono il colore per rompere la prospettiva a fuoco fisso (Giorgione).
L’ispirazione etica, “un po’ di possibile, se no soffoco”, alla base dell’impegno di Luigi Nono per la causa degli oppressi di tutti i regimi, per la libertà dell’uomo.
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