Categorie: milano

Dal 6 maggio 2000 al 30 luglio 2000 | FRANCOIS-MARIE BANIER | Milano, Fondazione Mudima e Triennale di Milano

di - 21 Luglio 2000

I tre piani della Fondazione Mudima sono pervasi dai colori delle fotografie dipinte e delle tele di Francois-Marie Banier. Subito ci si trova di fronte ad una serie di stampe in bianco e nero, a volte del tutto sommerse tra le pennellate e le scritte dell’artista (come il ciclo dei “Tournesol”). Pensieri isolati, brevi racconti, il titolo dell’opera stessa: sono le parole lasciate sui suoi lavori dall’originale ed eclettico cinquantatreenne parigino: “Dipingo molto rapidamente. Bisogna che io sia in forma per dipingere. Allora mi sento come un veggente, piuttosto un medium […] Non ho alcuna idea da dove e come io cominci un quadro, né del sentimento che mi guida. Il suo punto di partenza nasce dal caso, il quale è fatto, come sapete, di milioni di osservazioni, di pensieri folgoranti, di parole che spesso appaiono tra le pennellate, segni dei mondi che mi si presentano…”
Siamo al piano superiore, e capita di imbattersi in opere senza scritte, ma è già il titolo a dichiararlo come “Bleu sans mots” (1999, olio su tela). Un grande muro ospita le due tele senza cornice (174 x 595 cm & 168 x 500 cm) “Les enfants de Manguera” (1999), frutto della collaborazione con i bambini di Rio de Janeiro. Come queste, “See” (1999) colpisce particolarmente: le masse di colore, con dominanza bluette, sembrano muoversi come le acque di una cascata.

Lascio la Fondazione Mudima, bellissimo spazio dedicato all’arte, per recarmi alla Triennale. “Fotografare è scrivere in modo definitivo, per l’eternità, un volto, un corpo. Fotografare, ossia trasmettere le sue gioie, i suoi dolori, i suoi interrogativi, la sua forza, la sua singolarità. Non la propria, quella del modello. Meno compare il fotografo, meno egli conta, meglio egli trascrive. […] Io non faccio posare: sono sorpreso, sono sempre sorpreso dall’altro. È di lui infatti che si tratta. Io accompagno. Je suis in tutti e due i significati: io sono dal verbo etre e io seguo dal verbo suivre…”. Le istantanee in bianco e nero di Banier riescono a cogliere la genesi dei movimenti o l’istante di massima intensità di espressioni più o meno quotidiane. “Rue du bac” e “Rue Monsieur” ci mostrano due basse ed anziane signore che faticano a camminare, entrambe immortalate nel momento di sollevare un piede da terra. L’accostamento di una coppia di foto con protagonisti Madeleine Renaud e Jean Loius Barrault fa riflettere: come un ellissi temporale di un montaggio cinematografico, possiamo osservare, a distanza di cinque anni, il decadimento fisico dei protagonisti. Basterebbe concentrarsi sul confronto fra gli sguardi del 1987 e quelli del 1992 per cogliere la “trasformazione” dei due soggetti.
Banier fotografa degli individui sia anonimi che famosi: fra i più conosciuti spiccano l’espressione severa di Virna Lisi, quella drammatica di Silvana Mangano e quella stupefatta e meravigliata di Truman Capote. Rapiscono gli sguardi di Kate Moss e Johnny Depp ancora assonnati e Jim Jarmush, che passeggia per la sua New York. Non possono lasciare indifferenti la tristezza di Faye Dunaway, seduta in un “café” parigino nel 1991 e la solitudine di Samuel Beckett, sulla sabbia di Tangeri. Oltre queste ne rimangono alcune storiche: vedere Marcello Mastroianni ridere e danzare con passo da professionista a fianco di un pianoforte non è un’immagine comune, così come il primo piano di Vladimir Horowitz che estrae la lingua.

Anche qui c’è spazio per una serie di fotografie dipinte e scritte: sempre il maestro Horowitz è protagonista di quella in cui Francois Marie Banier scrive dall’alto in basso la storia del loro incontro. Infine l’autoritratto: l’artista appare coperto da un passamontagna e a spiccare sono gli occhi di una persona che sa e ama guardarsi intorno.
Fino al 1991 l’artista parigino non aveva mai esposto. Quasi dieci anni dopo in questa mostra milanese le opere presentate sono tante, tutte degne di nota e affascinanti, e spendere una parola per ogni stampa, ad esempio, non equivarrebbe mai a trovarsene circondato.




Francois-Marie Banier. “Fotopittura e Pittura”, Fondazione Mudima – Via Tadino, 26 – tel. 02 29409633 – fax 02/29401455, sito: http://www.mudina.com
Orario di apertura: tutti i giorni, ore 10.30- 12.30 e 16.00-19.30; sabato e domenica, chiuso.
“Fotografia e Fotopittura”, Triennale di Milano – Viale Alemagna, 6 – Tel. 02 724340 – fax 02/72434239, sito: http://www.triennale.it
Orario di apertura: tutti i giorni, ore 10.00 – 20.00; lunedì chiuso.
Ingresso: gratuito.
Catalogo edito da edizioni Mudima: £ 60.000


Luca Gricinella

[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

La mostra di Bertozzi & Casoni al Labirinto della Masone è un teatro dell’assurdo

La meraviglia dinanzi alle cose che spalanca gli occhi: a Fontanellato, il Labirinto della Masone diventa il palcoscenico di Bertozzi…

29 Settembre 2024 16:12
  • Fiere e manifestazioni

Torino: a Flashback Art Fair 2024 l’arte è in cerca di equilibrio

La dodicesima edizione di Flashback Art Fair a Torino indaga il concetto di equilibrio: gallerie italiane e internazionali esplorano le…

29 Settembre 2024 8:10
  • Musei

Kengo Kuma ridisegna il CAM di Lisbona: arte, natura e architettura

Il CAM Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona riapre con nuovi spazi firmati da Kengo Kuma e una grande…

29 Settembre 2024 8:10
  • Cinema

Ruben Östlund riceve il Premio Stella della Mole al Museo Nazionale del Cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha consegnato il Premio Stella della Mole al regista, sceneggiatore e artista svedese…

29 Settembre 2024 0:02
  • Arte contemporanea

Sàlvati Salvàti. Jacopo Benassi in mostra da Francesca Minini

Passione e fragilità, creazione e annullamento, distruzione e rinascita. Fino a novembre, la galleria milanese ospita le opere e le…

28 Settembre 2024 22:19
  • Arte contemporanea

Non dobbiamo guarire da nulla. Tutti fluiamo continuamente: La Chola Poblete si racconta in questa intervista

La Chola Poblete porta le sue radici queer e indigene al MUDEC di Milano, con la mostra Guaymallén in corso…

28 Settembre 2024 16:00