Fuori dal percorso tradizionale – che in ogni caso fa della visita al Museo del Duomo una significativa testimonianza d’arte, ispirata dalla fede – si trova la Sala 20 dei paramenti.
Nel 1597, Moriggi scriveva: “…Credo che nella nostra Italia non si ritrova un’altra (sagrestia)… che osserva tanta grandezza e magnificenza ecclesiastica”. E’ proprio in virtù di “tanta grandezza e magnificenza” che la Sagrestia Capitolare del Duomo di Milano non ha conservato una documentazione completa dei paramenti. Infatti, per mantenere l’altissimo grado di “magnificenza”, ma anche di rigore formale, dei tessuti di seta e oro, non appena i paramenti presentavano anche lievi cenni di logorio venivano “messi in disparte” oppure “abbruciati” e sostituiti con nuove dotazioni. La collezione colpisce per la qualità e per la rarità delle opere conservate, divise in due gruppi di diversa origine storica. Un primo nucleo è composto da paramenti provenienti dalla Sagrestia Capitolare. Un secondo da un acquisto effettuato dalla Fabbrica del Duomo, in occasione dell’apertura del Museo, nel 1993.
Sul simbolismo del colore si sono espressi Innocenzo III (1216) Pio V (1572) e in particolare S. Carlo Borromeo, quando nel 1577 promulgò i due volumi della “Instructiones Fabricae et suppellectilis ecclesiasticae”.
I paramenti liturgici comunicano inequivocabilmente significati spirituali e talvolta allegorici che li sottraggono alla “secolarità” della vita quotidiana, dalla quale in antico ebbero origine. Particolari interpretazioni vennero date sulle materie prime da usarsi per i tessuti: l’antico simbolismo cristiano assegnava precise distinzioni tra tessuti ricavati dalla terra (lino, cotone, canapa) e quelli ricavati da animali (lana). Altra fibra tessile naturale, di origine animale, è la seta, entrata in uso soprattutto dal Rinascimento in poi. Cinque sono i colori che visivamente sottolineano i tempi liturgici o le particolari festività e celebrazioni. Tra questi, vi è il nero, ora in disuso.
Nel rito ambrosiano, sono quattro i colori liturgici: il bianco, il rosso, il verde e il morello (nel rito romano violaceo).
Il bianco è il colore della gioia e della festa. E’ il colore pasquale e mariano. Il rosso è il colore del sangue, del martirio, della fede. E’ il colore tipico della passione del Signore e del lutto, secondo la tradizione orientale persistente nel rito della Chiesa milanese. E’ e’ il colore dell’eucarestia, delle processioni e benedizioni eucaristiche, oltre che delle celebrazioni della Santa Croce e dei martiri.
Il verde è il colore del tempo ordinario (per annum).
Il morello è il colore della penitenza ed è usato per le domeniche di avvento, di quaresima, e per i riti funebri.
Oltre che per i paramenti, i tessuti sono impiegati anche per la biancheria sacra (lino) e per il corredo d’altare: tovaglia (lino o cotone), borsa o custodia per il corporale, velo per il calice, paliotto.
Al visitatore affascinato dalle bellezze “simbolo” di Milano e della terra lombarda, il Museo del Duomo offre un itinerario disposto cronologicamente. Il percorso rappresenta nei vari campi l’ininterrotta attività di sei secoli, una testimonianza della varietà delle espressioni artistiche e tecniche coralmente riunite nella cattedrale ambrosiana (scultura, architettura, vetrate, arazzi, disegni, dipinti, modelli, intagli lignei, paramenti, suppellettili, metodi di restauro).
Tullio Pacifici
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